“Litighiamo tutti i giorni, litighiamo la mattina e beviamo un bicchiere di vino insieme la sera”: Giorgia Meloni risponde con una battuta alla domanda sulle liti nel governo nel corso dell’intervista a Quarta Repubblica in onda su Rete 4. “No, non litighiamo – risponde poi seria – qualche inciampo c’è, è fisiologico ma sappiamo che cosa gli italiani sperano e si aspettano. Il governo non cadrà”.
“La protesta di piazza mi preoccupa meno, mi preoccupa l’irresponsabilità di una certa classe dirigente”
La premier tocca tutti i temi, dalla Sanità alla giustizia, dall’immigrazione al confronto con le opposizioni. Critica le posizioni del leader della Cgil, Maurizio Landini, che si muove da “ragioni ideologiche” e che fa, secondo la presidente del Consiglio, “un’opposizione politica”. Il tema della protesta di piazza “mi preoccupa meno” anche perché “penso che normalmente i toni si alzano quando gli argomenti sono deboli e capisco la difficoltà di Landini perché i suoi argomenti sono deboli, come sono deboli i suoi risultati: lo sciopero generale che c’è stato” ha registrato “un’adesione sotto il 6%”.
Sulle manifestazioni di piazza contro il governo, “la cosa che mi preoccupa è l’irresponsabilità di una certa classe dirigente, perché sono parole pesanti e sono parole che quando persone che hanno una responsabilità le pronunciano, quelle persone dovrebbero anche porsi il problema di quali possono essere le conseguenze e qualcosa già si vede”.
“Mi preoccupa – ha poi aggiunto Meloni – il fatto che noi abbiamo una sinistra in Italia che, mettiamola così, quando riesce a governare, che è l’unica cosa che vuole fare, è il potere, indossa il suo vestito buono, è democratica, è buonista, dialogante. Ma poi quando perde il potere perde anche le staffe e esce la sua vera natura” che è “intollerante. È la natura di una sinistra che non tollera l’ipotesi che ci siano altre idee, che quelle altre idee abbiano una maggioranza”.
E a Fratoianni che – nel servizio trasmesso – “diceva che l’Italia va capovolta, gli rispondo che gli italiani l’hanno già capovolta: l’hanno capovolta il 25 settembre 2022, quando hanno mandato a casa la sinistra che governava da 10 anni, perché hanno deciso che volevano cambiare le politiche di questa nazione”.
La premier Giorgia Meloni (ansa/NBK Rete 4 )
Sull’accordo con l’Albania: “Funzionerà, ci sono soluzioni a cui sto lavorando”
Sull’accordo per i migranti da trasferire in Albania, poi, Meloni dice che il progetto non è fallito, “l’Albania funzionerà. Io non prendo impegni che non ritengo di poter mantenere. Ci sono delle soluzioni. Ci sto lavorando”. Definendolo “un progetto assolutamente innovativo, e non è un caso che sia attenzionato dalla quasi totalità dei Paesi dell’Unione europea, è un cambio totale nella gestione dei flussi migratori”, precisa la premier, ribadendo: “Il progetto dell’Albania deve funzionare. Farò tutto quello che devo fare per farlo funzionare”.
La presidente del Consiglio tiene a sottolineare che “ci sono delle soluzioni per farlo funzionare, fermo restando che attendiamo la Cassazione, e abbiamo la Corte di giustizia europea. E vedremo anche quanto sostegno alla posizione italiana ci sarà di fronte alla Corte di giustizia europea quando arriverà questo giudizio”. La premier sottolinea anche che ha “messo in conto che avrei dovuto lavorare tre volte tanto dei miei predecessori per raggiungere i risultati. Sono attrezzata, lo sapevo, particolarmente sull’immigrazione, perché sapevo che ci sarebbe stata un’opposizione molto ampia”. “Vuol dire che sapevo che avrei incontrato molti ostacoli, quello che stiamo vedendo, che sapevo che ci sarebbero stati vari ambiti e ambienti che non sarebbero stati d’accordo con queste iniziative. Dopodiché, penso che non ci si debba fermare di fronte agli ostacoli che si incontrano e quindi continuo a cercare e troverò delle soluzioni”.
Su Banco Bpm: “Facciamo valutazioni nell’interesse nazionale”
Sulla tentata scalata di Unicredit a Banco Bpm, la premier poi chiarisce che “l’operazione è un’operazione di mercato, dopodiché il governo ha degli strumenti per intervenire qualora dovesse rilevare che l’operazione non rientra nell’ambito dell’interesse nazionale. Ma questo è un file che sta seguendo il ministro Giorgetti, mi fido molto del suo giudizio sulla materia e quindi facciamo delle valutazioni assolutamente neutrali, ma nell’interesse nazionale italiano”. Davanti alle telecamere di Quarta Repubblica, Giorgia Meloni ribadisce che “quello a cui noi normalmente dobbiamo stare attenti è se i grandi risparmi degli italiani vengono controllati da centrali che hanno il loro core business in Italia. Perché se non abbiamo questo, quei risparmi degli italiani non verranno reinvestiti in Italia, quindi è un tema sul quale il governo chiaramente sa qual è il suo mandato, qual è la sua responsabilità e si regola di conseguenza”.
Infine, Meloni ricorda: “Abbiamo discusso per anni di una Monte dei Paschi di Siena che drenava i soldi dei cittadini perché dovevamo salvare Monte dei Paschi di Siena: è stato fatto un lavoro molto importante anche da questo governo, Monte dei Paschi è stata risanata, è stata per parti messa sul mercato, il 15% è stato venduto non più tardi di poche settimane fa e chiaramente rientra all’interno di questa strategia, all’internodi questa partita. Le politiche fatte in maniera seria poi danno dei risultati di sistema”.
Sanità: “Abbiamo messo 10 miliardi e mezzo in più sul Fondo sanitario nazionale”
“Numeri alla mano quando noi siamo arrivati al governo c’erano 126 miliardi per la sanità, nel 2025 ci saranno 136,5 miliardi, quindi 10 miliardi e mezzo di euro in più. Come si faccia a sostenere che abbiamo tagliato il Fondo sanitario nazionale per me è un mistero. E quando sento dirlo dalla segretaria del Pd, un po’ mi vergogno per Elly Schlein”.
Sui giudici: “Sono pochi quelli ideologizzati”
“Io ho cominciato a fare politica quando hanno ucciso Paolo Borsellino, non cadrò mai nella trappola del racconto della politica contro la magistratura. Io sto sempre nel racconto delle brave persone che devono darsi una mano a far camminare lo Stato italiano e quindi distinguo i pochi magistrati, secondo me molto ideologizzati, dalla stragrande maggioranza di una magistratura che cerca di fare il suo lavoro in condizioni di difficoltà”.
“Distinguo molto bene – ha poi continuato, rispondendo a una domanda sul cosiddetto bavaglio ai magistrati, saltato dal decreto giustizia varato nei giorni scorsi dal Cdm –, dopodiché però ricordo che rispetto a quella norma esiste già nel regolamento comportamentale dei magistrati una norma che dice che tu non dovresti esprimere opinioni su materie che sono oggetto di quello che stai trattando: se io avessi domani un magistrato che dice dobbiamo chiudere Quarta Repubblica di Nicola Porro, poi non sarebbe quello il giudice giusto imparziale per decidere in un tribunale”.