La manovra e lo scontro sui fondi bancari
Nel tentativo di chiudere la manovra da 18 miliardi di euro, la maggioranza continua a dividersi su una delle voci più delicate: quella dei fondi da prelevare alle banche.
Nonostante la contrarietà degli istituti di credito, il governo punta a ottenere almeno 5 miliardi dal settore per finanziare le misure a sostegno delle fasce più deboli. Ma il compromesso, trovato con fatica, ha lasciato strascichi politici e tensioni tra i partiti della coalizione.
L’intervento (indiretto) di Meloni
Secondo quanto riportato nel nuovo libro di Bruno Vespa, Finimondo, Giorgia Meloni avrebbe spiegato la decisione direttamente a Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo:
“Per mantenere i conti in ordine servono risorse, e le abbiamo chieste a chi ha avuto grandi benefici: su 44 miliardi di profitti nel 2025, circa cinque andranno a sostenere i più deboli. Possiamo essere soddisfatti noi, e in fondo anche loro.”
Non si conosce la risposta del capo della più grande banca italiana, ma il risultato per gli istituti sarà una riduzione degli utili stimata in oltre l’11%.
Le reazioni nella maggioranza
Matteo Salvini, che aveva lanciato la proposta di un “balzello bancario”, ha accolto con entusiasmo il sostegno della premier: “Non c’è accanimento. Le banche hanno fatto 112 miliardi di utili, in parte coperti da garanzie statali. Chiederò che una parte dei fondi per il piano casa arrivi con gioia da un sistema che sta facendo margini importanti.”
Più freddo il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha tagliato corto: “L’accordo sulle banche è chiuso e non si cambia.”
L’opposizione parla di “bluff”
Il Partito Democratico definisce la situazione “surreale”. Antonio Misiani, responsabile economico del PD, ha criticato l’assenza di garanzie per i cittadini: “Nessuno si chiede chi proteggerà consumatori e imprese dal rischio che le banche scarichino il costo sui correntisti. Nella legge di bilancio non c’è una riga su questo.”
Duro anche Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle: “Non hanno il coraggio di imporre una vera tassazione. Favoriscono le banche e scaricano il peso sui cittadini.”
Angelo Bonelli (Alleanza Verdi Sinistra) parla invece di “ennesima presa in giro”: “È un’anticipazione fiscale che le banche recupereranno. Le famiglie soffocano, ma gli istituti non vengono toccati davvero. Meloni come lo sceriffo di Nottingham.”
