È l’incontro più rilevante e delicato, quello con il cancelliere tedesco Merz che fa parte del formato dei volenterosi, ma che con la premier sull’Ucraina condivide in parte una linea di cautela. Alle 18 Meloni lo riceve a Palazzo Chigi, ma è solo uno dei tre faccia a faccia organizzati nel pomeriggio all’ombra dell’inaugurazione del nuovo pontificato. Un attivismo che suona come una controffensiva, dichiarazione alla stampa, via vai di delegazioni; il tutto dopo 24 ore di polemiche, per l’assenza di Meloni dalla riunione più importante che si è tenuta a Tirana: il leader europei guidati da Macron al telefono con Trump e
Dell’Ucraina, la Presidente del Consiglio, parla anche con il Primo Ministro canadese Carney,.”Gli sforzi per una pace giusta e duratura sono condivisi”, sottolinea, “così come il tentativo di dare stabilità al Medio Oriente”. In una dichiarazione non programmata alla stampa si complimenta per la Presidenza del G7, testimone che il Canada ha raccolto dall’Italia con cui c’è continuità. “Stiamo lavorando per una dichiarazione specifica sul tema della migrazione, ma anche sul rapporto con l’Africa, altra questione che l’Italia ha messo al centro della sua presidenza”, dice Meloni.
Vede anche il Presidente libanese Aoun, con cui parla dell’impegno italiano nell’Unifil e della transizione in Siria e a cui assicura sostegno affinché il Libano volti pagina.
Si guarda domani ad uno scambio con Zelensky e con il vice presidente americano Vance, San Pietro ancora una volta a fare da sfondo, per puntellare quel rapporto con Washington che l’Italia aveva rivendicato come privilegiato.