“Riduttivo definirle toghe rosse”, quello della magistratura è piuttosto un “cronico sviamento della funzione giudiziaria”. Il sottosegretario Alfredo Mantovano torna ad attaccare la Magistratura durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense. Il problema di Mantovano è sempre quello del respingimento dei migranti verso l’Albania. Per il sottosegretario “la tendenza” dei giudici “è quella di erodere spazi di diretta espressione della sovranità popolare”. Sono tre le tipologie di aggiramento della sovranità popolare che imputa ai magistrati: “la creazione delle norme per via giurisprudenziale, la sostituzione delle scelte del giudice a quelle del governo, la selezione per sentenza di chi deve governare”.
La Commissione del Csm vota per la tutela dei magistrati di Bologna (Ansa)
07/04/2025
“Il tema della giurisprudenza creativa – afferma – non è nuovo, la novità è il suo carattere non più eccezionale, con riferimenti alle fonti internazionali ed europee dando una lettura assai ‘estensiva’, per non dire arbitraria, delle norme costituzionali. Il tutto per costruire discipline che il Parlamento non ha mai approvato.” In questo caso Mantovano attacca la preminenza della giurisprudenza europea su quella italiana invocata dai giudici per non convalidare il trasferimento dei richiedenti asilo nei centri in Albania, sancita dalla legge e ricordata anche dal Presidente della Repubblica.

Un centro migranti in Albania (Ansa)
10/03/2025
Mantovano arriva poi a parlare di “cronico sviamento della funzione giudiziaria”, “che attraversa tutte le giurisdizioni, a prescindere da appartenenze e da collocazioni”. Il sottosegretario si riferisce non soltanto alla magistratura ordinaria, ma evoca lo scontro oramai lungo con la Corte dei Conti di cui l’Esecutivo vuole snaturare la funzione di controllo contabile sul governo stesso che la Costituzione assegna alla Corte e contro cui i magistarti hanno a lugo protestato.

Corte dei Conti (cortedeiconti.it)
07/04/2025
Tra le reazioni alle parole di Mantovano si segnalano quella del Guardasigilli: Nordio concorda con il sottosegretario che le scelte dei magistrati ubbidiscono ad altri criteri che sono essenzialmente “di degenerazione correntizia, di criteri di potere”. Poi quelle, di tutt’altro tenore, del consigliere laico del Csm Ernesto Carbone: “Considero pericolose le parole del sottosegretario Alfredo Mantovano. Cosa dovrebbero fare i giudici? Interpellare Palazzo Chigi e chiedere il permesso prima di emettere una sentenza? Evidentemente è quello che pensano alla Presidenza del Consiglio. Strano concetto di democrazia quello per cui i giudici vanno ‘contro la volontà popolare’. Strano concetto di senso dello Stato e divisione dei poteri”.