“Accolgo con grande soddisfazione la proposta di lista Ue Paesi sicuri di origine presentata dallaCommissione europea e che ricomprende, tra gli altri, anche Bangladesh, Egitto e Tunisia”. Lo dichiara la premier Giorgia Meloni, che ritiene “altrettanto positiva la proposta di anticipare l’entrata in vigore di alcune componenti del Patto Migrazione e Asilo, in particolare la possibilità di designarePaesi sicuri di origine con eccezioni territoriali e perdeterminate categorie e di applicare il criterio del 20%”.
“L’Italia ha svolto e sta svolgendo un ruolo decisivo per cambiare l’approccio europeo nei confronti del governo dei flussi migratori. Se oggi anche in Europa ci si pone come priorità la difesa dei confini esterni, il contrasto all’immigrazione irregolare di massa, il rafforzamento della politica dei rimpatri e l’attuazione di partenariati paritari con i Paesi di origine e transito, lo si deve per buona parte alla determinazione e alla caparbietà dell’Italia. I fatti dimostrano che avevamo ragione e che siamo sulla buona strada”, afferma Meloni.
Il Consiglio dei ministri aveva approvato un decreto legge in materia di migranti che nelle sue intenzioni dovrebbe superare la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento di alcuni migranti nel centro di Gjader in Albania, in quanto provenienti da Paesi non sicuri.
Il governo ritiene anche che con questo decreto legge, rende norma primaria l’indicazione dei Paesi sicuri per il rimpatrio, venga superato il vincolo ai rimpatri stabilito dalla Corte europea di Giustizia due settimane fa, che indicava come non sicuro qualsiasi Paese non integralmente sicuro.
Piantedosi, “19 Paesi sicuri nella nuova lista”
Con il decreto diventa “fonte primaria l’indicazione dell’elenco di 19 Paesi sicuri sugli originali 22: abbiamo tenuto conto dell’integrità territoriale ed escluso Camerun, Colombia e Nigeria”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nel corso della conferenza stampa seguita al Consiglio dei Ministri.
I paesi considerati sicuri nel decreto sono: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.
“Solo anticipata una normativa europea”
“Si tratta di una normativa europea, ne abbiamo solo anticipato l’entrata in vigore: normativa che entrerà in vigore nel giugno 2026 e che riteniamo essere ancora più stringente”, ha detto Piantedosi, aggiungendo che “per le definizione di Paese sicuro conterà la percentuale di approvazione delle richieste d’asilo accettate, basterà il 20% e i Paesi compresi nel decreto già rispettano quella soglia. Ci sono Stati europei che chiedono che la normativa in questione sia addirittura anticipata”.
Nordio, i giudici non hanno esaminato i singoli casi in modo completo
“Il nocciolo della sentenza della Corte di giustizia europea è che il giudice deve, nel momento in cui si pronuncia, dire in maniera esaustiva e completa, nel caso di specie, quali siano le ragioni per cui per quell’individuo quel determinato Paese non è ritenuto sicuro. Nelle motivazioni dei decreti al centro del dibattito in questi giorni” questo non c’è, ha affermato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.