Tensione e scontri a Milano, davanti a Palazzo Marino, dopo la bocciatura in Consiglio comunale della mozione per interrompere il gemellaggio con Tel Aviv e i rapporti istituzionali con Israele. L’ordine del giorno, presentato dai Verdi con il sostegno di parte del Pd e della Lista Sala, è stato respinto con 9 voti favorevoli e 21 contrari. La decisione ha scatenato proteste sia dentro l’aula, dove alcuni del pubblico hanno urlato “vergogna, vergogna”, sia all’esterno, in piazza della Scala, dove decine di manifestanti, riuniti in un presidio organizzato da Usb, Potere al Popolo e Cantiere, hanno spinto contro le transenne, sventolando bandiere palestinesi e mostrando striscioni con scritte come “Milano anti-sionista” e “No gemellaggio”.
Le forze dell’ordine in tenuta antisommossa sono intervenute per contenere i manifestanti, usando anche manganelli. La situazione è degenerata in tafferugli, con urla di protesta e cori contro la polizia. Dopo momenti di caos, la maggior parte dei manifestanti ha lasciato piazza della Scala per partire in corteo, intonando slogan come “Palestina libera”. Alcuni attivisti sono rimasti in piazza, continuando la protesta.
La seduta del Consiglio comunale è stata interrotta quando la presidente Elena Buscemi ha richiesto l’intervento della polizia locale per sedare i cori provenienti dal pubblico. La mozione, che prevedeva anche la sospensione di ogni cooperazione istituzionale e di ricerca con Israele, aveva già creato tensioni la settimana precedente, quando i consiglieri dei Riformisti e del centrodestra avevano abbandonato l’aula per far mancare il numero legale e ostacolare l’approvazione del documento.
Il dibattito sul gemellaggio con Tel Aviv rimane un tema caldo, capace di mobilitare centinaia di persone e accendere gli animi, come dimostrato dagli eventi di oggi, che hanno visto Milano al centro di una protesta dai toni accesi e dalla forte valenza politica.