Come scorre il tempo quando non si ha la libertà di impegnarlo liberamente? I 60 secondi che compongono un minuto si misurano sempre alla stessa velocità?
Al diverso ritmo che il tempo acquisisce quando si è in carcere e alle varie dimensioni che lo scorrere delle lancette assume a seconda delle proprie esperienze di vita, è stato dedicato il TEDxCarcerediPotenza. E‘ la prima volta che il format inventato in California, una piattaforma globale che condivide e valorizza spunti e idee innovative in ogni parte del mondo, fa tappa in un istituto penitenziario in Italia. La seconda volta in Europa.
Dieci speaker, e, fra questi, anche due detenuti hanno raccontato la loro esperienza dietro le sbarre e come il trascorrere dei minuti, in quei luoghi, abbia una valenza diversa.
Casa Circondariale Potenza (rainews)
20/03/2025
“Il tema del tempo è stato scelto – ha spiegato il direttore dell’Istituto penitenziario, Paolo Pastena – poiché è una dimensione che ci accomuna tutti, pur assumendo significati diversi a seconda delle nostre esperienze di vita. All’interno del carcere pare dilatarsi, aprendo spazi per la riflessione e l’introspezione. Al di fuori, corre invece frenetico, quasi sfugge di mano. Esploreremo come il tempo influisca sulle nostre vite, sulle nostre decisioni e sulle relazioni che costruiamo”.
“É stata l’occasione -ha spiegato Gianmaria Ferretti, uno degli organizzatori dell’evento- per esplorare come il tempo influisca sulle nostre vite, sulle nostre decisioni e sulle relazioni che costruiamo”. “Soprattutto – ha sottolineato Fabrizio Manna, un altro degli organizzatori – c’è il tempo dietro le sbarre, dove tutto è diverso. Quasi come fosse ‘senza tempo’. Un altro mondo, parallelo al nostro”.
Piperno: “Il tempo sospeso nello spazio vuoto della cella”
Fra le testimonianze particolarmente toccanti quella della blogger Alessia Piperno, arrestata a Teheran e detenuta nella prigione di Evin in Iran, la stessa dove è stata recentemente rinchiusa Cecilia Sala: “Il tempo lì -racconta nel video- è come se fosse sospeso. Un inferno dove perdi la dignità e ogni nozione. Ci sono stati giorni interi in cui non mi hanno portato da mangiare”.
“In cella le ore si misuravano non attraverso le lancette di un orologio, ma attraverso le cose da osservare. Noi detenute eravamo a terra in questo spazio vuoto senza letti -spiega ancora la blogger- Anche per andare al bagno dovevamo suonare un campanello e aspettare a lungo che ci venissero a prendere”.
La Torre: “Il tempo sospeso di chi attende giustizia”
L’avvocata e attivista italiana Cathy La Torre, specializzata in diritto antidiscriminatorio, ha fatto una riflessione pubblica sul tempo nella giustizia: “Il tempo è sospeso per quattro milioni di persone che attendono una sentenza. In Italia il tempo di attesa per una sentenza può essere lunghissimo e per chi la attende sono anni di vita persi”, ha spiegato.
“In questo tempo chi aspetta giustizia è vessato dalla lentezza e chi deve entrare in prigione ha già sprecato 10 anni di vita in attesa della condanna”.
La manifestazione si è aperta con il saluto della vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno che ha sottolineato come “i tanti direttori lungimiranti spesso si scontrano con l’opinione pubblica che tratta il tema carcerario in modo populista e repressivo. La nostra Costituzione all’art. 27 sancisce che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. L’Italia ha spesso dimenticato questo postulato, facendo diventare il carcere un HUB criminogeno. Oggi – ha concluso – dobbiamo fare tantissimi passi in avanti affinché questo mondo rientri nei parametri della civiltà giuridica, che guida l’ordinamento del nostro Stato democratico”.
L’evento, presentato dalla giornalista Isabella Romano, è nato dall’iniziativa di un gruppo di giovani under 30 e dal supporto della Fondazione Eni Enrico Mattei, Fondazione Carical, Fondazione Potenza Futura, con la collaborazione della direzione della Casa Circondariale e sotto l’Alto patrocinio del Parlamento Europeo.