All’indomani della nuova svolta arrivata ieri nella complessa e intricata vicenda di Liliana Resinovich: le dichiarazioni della pm titolare dell’inchiesta, Ilaria Iozzi, che indicano Sebastiano Visintin, il marito di Liliana, come responsabile di aver “aggredito e soffocato la moglie“, l’amico della 63enne, Claudio Sterpin dice la sua.
Sterpin:”Visentin non ha ucciso Liliana, ma sa chi è stato”
“Non mi imbarazza” incontrare Visintin in occasione dell’incidente probatorio, io “non credo sia stato lui l’artefice, non credo sia stato lui a ucciderla“. E’ stato piuttosto “un lavoro premeditato e fatto da più persone”, ha detto all’Ansa l’amico di Liliana Resinovich commentando le notizie di ieri sul
caso.
Sterpin è convinto che Visintin, invece, “sappia benissimo
chi è stato, lo abbiamo detto sia Sergio (il fratello di Liliana) che io; lui sa tutto, compreso il posto dove è stato tenuto il corpo di Liliana e chi l’ha portata” nel boschetto dell’ex OPP “la mattina del 4 gennaio. Fosse stato soltanto due giorni lì e una notte, infatti, sarebbe stato sfigurato dai cinghiali che lì pullulano”, ha spiegato Sterpin.
“Che non vengano a raccontarmi che in venti giorni nulla è accaduto -ha proseguito l’uomo-. L’hanno messa lì due o tre ore prima. Questo l’ho dichiarato alla polizia il 15 dicembre 2021, quando mi sono presentato spontaneamente in questura. Se non l’ho detto lì l’ho detto subito dopo il ritrovamento”. Siamo alla vigilia di una svolta? “Speriamo...”.
chi l’ha visto, Caso Resinovich, a Milano è il giorno dell’autopsia bis (Rainews)
05/03/2025
Legale Sergio Resinovich: “Ipotesi neutre“
Anche il fratello della vittima, Sergio Resinovich, ha fatto sapere il suo commento sulle nuove tesi della procura di Trieste, attraverso il suo legale, ‘avvocato Nicodemo Gentile.
“Questa ipotesi e i nuovi dettagli emersi sono assolutamente neutri, non ci esaltano e non ci scoraggiano”. “Si tratta – ha proseguito Gentile – solo di un capo di imputazione che in una indagine per omicidio partita da poco è un elemento provvisorio che può cambiare in base agli sviluppi delle indagini e che va contemperato con una presunzione di non colpevolezza da riconoscere a un semplice indagato”, ha concluso il legale.

Claudio Sterpin (rainews)
Ascoltati i sanitari nel parco dove fu trovato corpo
In merito alle indagini sulla morte di Liliana Resinovich, non si esclude che possa essere valutata diversamente la testimonianza di alcuni sanitari, che lavorano nel parco di San Giovanni di Trieste dove il 5 gennaio 2022 è stato trovato il corpo della donna, i quali avevano sostenuto di aver visto un uomo aggirarsi nella zona nei giorni precedenti alla scoperta del cadavere.
Una testimonianza in particolare parlava di un signore con la barba bianca, vestito con abiti scuri e una torcia accesa, che camminava all’alba del 5 gennaio nell’area dove poi sarebbe stato rinvenuto il corpo. Queste testimonianze erano state formalizzate dagli investigatori ma, almeno nella prima fase delle indagini, non erano state rilevate come probanti. Dunque, non si esclude che, soprattutto in considerazione delle notizie diffuse ieri sul presunto coinvolgimento di Sebastiano Visintin nell’omicidio, possano essere ritenute importanti.
Visintin è irreperibile
Dopo aver sempre presenziato nei programmi tv e affermato la sua innocenza, da ieri, da quando è stata diffusa la nuova tesi della procura di Trieste che lo ritiene responsabile dell’omicidio della moglie, Visintin non risulta reperibile, però fino a ieri ha continuato a pubblicare sui propri profili social foto che lo ritraggono insieme con la moglie.
Resinovich, la tesi della procura
Dopo quattro anni, la svolta che si aspettava nella complessa e intricata vicenda di Liliana Resinovich, sembra arrivata: fatta salva l’innocenza di chiunque fino a quando una sentenza non è passata in giudicato, oggi la pm titolare dell’inchiesta, Ilaria Iozzi, accusa Sebastiano Visintin, il marito di Liliana, di aver “aggredito e soffocato Liliana Resinovich“.
Non lo fa pubblicamente ma lo scolpisce nella richiesta di incidente probatorio, anticipata dal quotidiano Il Piccolo. E indica anche un luogo e uno spazio temporale: secondo la pubblico ministero, in ossequio alla perizia depositata di recente da Cristina Cattaneo e altri periti, Liliana sarebbe stata uccisa dal marito “nel parco dell’ex ospedale psichiatrico“.
Dove cioè sarebbe stata trovata il 5 dicembre 2022, avvolta in due sacchi di quelli grandi neri utilizzati per i rifiuti solidi urbani. Come recita la perizia, Liliana, piccola e mingherlina, “all’interno del parco dell’ex Opp, in prossimità di via Weiss, all’altezza del civico 21”, avrebbe subito “afferramenti, compressioni, percosse, urti e graffi, tutti indirizzati in diverse sedi del capo, alla mano destra, al torace ed agli arti”.
Gesti e azioni che ne cagionavano “la morte avvenuta mediante soffocazione esterna diretta (asfissia meccanica esterna), quale conseguenza di afferramento e compressione del volto della vittima”. E come sostiene la perizia, tutto questo sarebbe avvenuto il 14 dicembre 2021″, vale a dire il giorno della sua scomparsa.
La richiesta dell’incidente probatorio
L’incidente probatorio è stato richiesto in ordine all’assunzione della testimonianza di Claudio Sterpin, l’amico di Liliana con il quale sembra lei dovesse andare a convivere. La richiesta di incidente probatorio, precisa Il Piccolo, è stata depositata il 21 maggio scorso alla gip del Tribunale di Trieste Flavia Mangiante.
La convinzione della pm è diametralmente opposta alle conclusioni cui era giunta la Procura in precedenza, quando cioè era avvalorata la tesi del suicidio, sebbene molti elementi sembrassero strani. Come ad esempio le modalità della morte: Liliana fu trovata con la testa avvolta in due sacchetti di quelli trasparenti utilizzati per gli alimenti fissati con un cordino alla gola. E il corpo all’interno dei due sacchi per i rifiuti.
Di recente Sergio Resinovich, suo fratello, è tornato più volte a chiedere che l’inchiesta venisse approfondita, come aveva fatto fin dall’inizio. Non si esclude che, dopo molti esami di vario tipo eseguiti, oggi la pm sia in possesso di elementi nuovi oppure abbia fatto una valutazione diversa di fattori già conosciuti.