È un mistero la morte di Maurizio Rebuzzini, giornalista e fotografo di 74 anni, trovato ieri sera agonizzante dal figlio Filippo sul ballatoio della sua abitazione in via Zuretti 2 a Milano. Inutile la corsa in ambulanza all’ospedale Fatebenefratelli e i tentativi dei sanitari di salvarlo. Sul collo dell’uomo sono state riscontrate ecchimosi che hanno spinto gli investigatori della squadra mobile a ipotizzare una morte violenta per strangolamento. Il Pm di turno, Maria Cristina Ria, ha aperto un fascicolo per omicidio. Rebuzzini era una figura conosciuta nel quartiere, dove aveva lo studio fotografico, poco distante dalla sua abitazione e da quella di uno dei suoi figli. I residenti lo descrivono come una persona riservata ma cordiale. “Veniva qui a prendere il caffè o il pane e ogni tanto era accompagnato da uno dei figli”, racconta Marco, titolare di un bar all’angolo tra via Zuretti e viale Brianza. “Una volta mi ha lasciato a bocca aperta: con tutte le monete da uno e due centesimi che gli davo come resto ha realizzato un quadro che poi mi ha regalato. Non me lo sarei aspettato da lui, era cliente da anni ma molto riservato”. Per molti anni direttore della rivista ‘Fotographia’, Rebuzzini aveva insegnato storia della fotografia all’Università Cattolica. All’ingresso del suo studio, accessibile da un ballatoio interno dove spesso l’uomo si fermava a fumare un sigaro, campeggia un cartello con la scritta: “Gabinetto delle curiosità, gabinetto delle meraviglie su base fotografica per incontrare quanto qui riunito da un clown che fa raccolta di attimi”. “Una persona tranquilla, lo si vedeva spesso anche col figlio”, ricorda una vicina. “L’ho visto l’altro ieri, ha salutato il mio cane. Quando abbiamo visto l’ambulanza abbiamo pensato a un infarto, vedevamo che praticavano la rianimazione”. Per tutta la giornata la polizia ha proseguito accertamenti e interrogatori per far luce sulla morte di un uomo che, all’apparenza, era stimato e benvoluto da tutti.