Addobbare l’albero di Natale e decorare la casa con luci e catene luminose produce in Italia, nell’intero periodo natalizio, fino a 20mila tonnellate di CO2 che vengono immesse in atmosfera.
I dati arrivano dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). “Nel periodo che va dall’8 dicembre al 6 gennaio sia gli interni che gli esterni delle abitazioni sono decorati con illuminazioni natalizie che rimangono accese diverse ore al giorno.
Un’invasione di fili luminosi e di lampadine che determina un incremento dei consumi energetici di circa il +30% rispetto al resto dell’anno, pari a 1.600 MWh al giorno ossia 46.400 MWh di energia consumata solo nel periodo che va dall’8 dicembre all’Epifania.
“Il Natale moderno, pur rimanendo una delle festività più sentite e amate, sta progressivamente trasformandosi in un’occasione di eccessi e consumismo sfrenato. Questa tendenza rischia di allontanare la celebrazione dalle sue origini spirituali e dalle tradizioni cristiane italiane, ponendo sempre più enfasi sul consumo materiale e meno sulla condivisione e la riflessione” ad affermarlo è Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale.
Lo spreco alimentare
Un aspetto particolarmente critico è lo spreco alimentare, che raggiunge livelli allarmanti durante il periodo natalizio. Ogni anno vengono sprecate circa 500.000 tonnellate di cibo: frutta, pasta e verdura sono tra gli alimenti più spesso gettati. A guidare questa triste classifica sono i dolci natalizi, come panettoni, pandori e torte, che rappresentano da soli il 40% degli sprechi alimentari, seguiti dal pane (35%) e dagli antipasti, come salumi e torte salate, che costituiscono il 25%.
Le cause di questo fenomeno sono legate principalmente ai comportamenti di acquisto: il 40% degli italiani ammette di gettare cibo durante le festività, spesso a causa di acquisti eccessivi e impulsivi, frutto di una spinta al consumo più che di una reale necessità.
Consumo energia elettrica
Oltre allo spreco alimentare, il consumo energetico legato al Natale assume proporzioni significative, soprattutto a causa delle decorazioni luminose. Durante le festività, il consumo di energia elettrica subisce un incremento del 30%, pari a circa 1.600 MWh al giorno, per un totale di 46.400 MWh nell’intero periodo natalizio. Questo surplus energetico ha inevitabili ripercussioni sull’ambiente, traducendosi in un aumento delle emissioni di CO₂. Si stima che il consumo aggiuntivo di energia generi 650 tonnellate di CO₂ al giorno, raggiungendo un totale compreso tra 18.000 e 20.000 tonnellate nel corso dell’intera festività.
I rifiuti
Anche la produzione di rifiuti vede un incremento notevole durante il Natale. Imballaggi, carta e cartone rappresentano la fetta più ampia, con un accumulo di circa 80.000 tonnellate di rifiuti, equivalenti a oltre 3 kg per famiglia. Questo fenomeno è strettamente connesso alle abitudini di consumo e alla tendenza a prediligere regali eccessivamente confezionati, spesso con materiali non riciclabili o difficili da smaltire.
“La riflessione diventa quindi necessaria: è possibile recuperare un senso più autentico del Natale, basato sulla sobrietà, sulla consapevolezza e sulla cura per l’ambiente?” aggiunge Miani. “Ridurre gli sprechi, controllare i consumi energetici e scegliere soluzioni sostenibili per le celebrazioni natalizie rappresenta non solo un gesto etico, ma un’opportunità per restituire al Natale il significato profondo che merita” conclude.