I dati sul lavoro negli Stati Uniti sono stati buoni. I nuovi posti di lavoro a maggio sono stati 272mila: ben 90mila più delle attese e oltre 100mila in più rispetto ad aprile. Anche i salari sono saliti più delle aspettative, del 4,1% su base annua. Il tasso di disoccupazione però cresce al 4% dal 3,9% del mese precedente. Si tratta del livello più alto dal gennaio 2022.
Se l’occupazione va bene la Fed ha meno fretta di tagliare i tassi. Dopo il dato, così, c’è stata un’impennata di 15 punti base nei rendimenti dei titoli di Stato americani decennali. Ora sono praticamente pari le probabilità di un taglio o di due tagli dei tassi negli Stati Uniti entro fine anno, registrate dalle proiezioni del FedWatchTool di Cme Group. Le borse però reggono: l’indice S&P500 scende dello 0,10%. In Italia per l’indice Ftse Mib -0,35% oggi e +0,50% nella settimana.
Si rafforza il dollaro sull’euro. Oggi la moneta unica vale 1,0814 dollari, -0,67% rispetto a ieri.
Se la Fed non tagliasse e la Bce continuasse invece a farlo ci potrebbe essere un indebolimento dell’euro. Sulla base di questo ragionamento anche in Europa salgono i rendimenti dei titoli di Stato: +9 punti base per quello sul Btp italiano che sfiora il 4%, è pari al 3,96%. Lo spread con il Bund tedesco è in lieve salita a quota 134 punti base.
A Piazza Affari i migliori titoli sono due industriali, Leonardo (+1,77%) e Interpump (+1,25%); i maggiori ribassi per A2A (-2,55%) ed Hera (-2,08%), entrambi nel comparto utilities, che sarebbe penalizzato da un taglio dei tassi a ritmo ridotto.