I veterinari e i biologi marini accorsi sul luogo dello spiaggiamento hanno perso le speranze di salvare i 157 cetacei che si sono arenati su un tratto remoto della costa della Tasmania martedì pomeriggio. È l’amara conclusione degli esperti di fronte alla terribile scena cui si sono trovati di fronte.
A ostacolare il salvataggio delle pseudorche sono stati diversi fattori, a cominciare dalla difficoltà a raggiungere la spiaggia con le attrezzature specializzate necessarie. Le condizioni sfavorevoli del meteo e dell’oceano hanno fatto il resto, ha dichiarato Shelley Graham, che ha supervisionato le operazioni di soccorso.
“Siamo usciti in acqua questa mattina e abbiamo tentato di rimetterne a galla due, ma non abbiamo avuto successo perché le condizioni dell’oceano non consentivano agli animali di raggiungere il mare aperto. Gli animali continuano a riaffondare”, ha detto Graham.
Il biologo marino Kris Carlyon ha annunciato che i 90 cetacei sopravvissuti saranno sottoposti a eutanasia: “Più a lungo questi animali restano incagliati, più a lungo soffrono”. I più piccoli pesavano circa 500 chilogrammi, mentre gli adulti pesavano 3 tonnellate.
Quello di martedì è il primo spiaggiamento di pseudorche in Tasmania dal 1974. Le pseudorche sono tra i più grandi esemplari della famiglia dei delfini.
Nel 2022, 230 balene pilota si arenarono più a sud, sulla costa occidentale, a Macquarie Harbor e metà di loro morì.
Il più grande spiaggiamento di massa nella storia dell’Australia si è verificato nello stesso porto nel 2020, quando 470 balene pilota rimasero bloccate sui banchi di sabbia.
Le carcasse verranno esaminate per cercare di capire le cause del fenomeno.
È possibile che gli animali si siano avvicinati alla costa attratti dal sonar di grandi navi o guidati da un capo disorientato a causa di una malattia.
Molte specie di cetacei sono animali sociali e gli zoologi ritengono che se uno di loro commette un errore e si immerge in acque poco profonde, gli altri lo seguano.