C’è una nuova ordinanza per Francis Kaufmann, detenuto nel carcere romano di Rebibbia dopo essere stato estradato dalla Grecia per l’omicidio della figlia Andromeda, trovata morta, assieme alla madre, lo scorso 7 giugno a Villa Pamphili.
Dopo gli accertamenti seguiti all’autopsia, che hanno fatto emergere la morte per soffocamento della donna, all’americano viene ora contestato anche l’omicidio aggravato della compagna.
La nuova ordinanza di custodia cautelare, che ha accolto la richiesta dei pm coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, verrà notificata alla Grecia dove Kaufmann è stato rintracciato, chiedendo di estendere il mandato di arresto europeo anche per questa nuova accusa.
Anastasia Trofimova è stata uccisa da Francis Kaufmann per soffocamento. È quanto è emerso dai risultati degli esami istologici effettuati nell’ambito dell’indagine. Le verifiche hanno portato elementi di chiarezza sull’omicidio della 28enne russa: il 46enne l’avrebbe soffocata, mentre la figlia Andromeda sarebbe stata strangolata.
Il ritrovamento dei cadaveri
I corpi di madre e figlia sono stati trovati il 7 giugno scorso nel parco romano Villa Pamphili. Notati da alcuni passanti, erano a distanza di pochi metri l’uno dall’altro. Il cadavere di Anastasia, in avanzato stato di decomposizione, era coperto da un telo nero di plastica sui cui sono state isolate tracce di dna del compagno. Poco distante, nascosta in un’aiuola, c’era la bimba ormai morta.
Secondo la ricostruzione dei fatti precedenti al ritrovamento dei corpi, risulta che i tre, Francis Kaufmann, la compagna Anastasia Trofimova e la figlia, dormivano all’interno di Villa Pamphili e che si recavano poi nella zona del mercato di San Silverio per lavarsi e fare colazione: il 3 giugno, poi, c’è stata la colluttazione all’interno dello Starbucks.
La tentata fuga
Dopo gli omicidi Kaufmann ha fatto perdere le sue tracce, partendo con un volo di linea per l’isola greca di Skiathos dov’è stato rintracciato e arrestato dalla polizia. Probabilmente stava pianificando nuovi spostamenti per sparire definitivamente dai radar. Dalle verifiche effettuate dopo il fermo è emerso inoltre che l’uomo, sedicente regista californiano, da anni utilizzava il nome falso Rexal Ford, indicato anche sul passaporto (ritenuto valido) che utilizzava per viaggiare.
Sul volo che lo riportava a Roma ha dato segni di sofferenza, arrivando a prendere di mira gli agenti. Reazioni violente seguite ad accuse di essere stato “picchiato” e di voler “denunciare tutti per quanto subito”. All’atterraggio a Ciampino a bordo di un Falcon dell’Aeronautica, ha detto di sentirsi male. È stato perciò prima visitato in ospedale e poi trasferito nel carcere di Rebibbia.