Una faida sui “conti” e i profitti del “merchandising” della curva nord dell’Inter. Un omicidio con modalità mafiose pagato 50mila euro per non essere uccisi a propria volta. Svolta nell’inchiesta sulla morte di Vittorio Boiocchi. L’ex capo ultras dell’Inter Andrea Beretta e altre 5 persone sono state arrestate come mandanti, organizzatori ed esecutori materiali dell’assassinio del 29 ottobre 2022 dell’allora leader della curva nord di San Siro, freddato nei pressi di casa propria prima di Inter-Sampdoria con 5 colpi di una Luger calibro 9X19. Due – letali – lo hanno raggiunto al collo e al torace. Gli agenti della squadra mobile di Milano con uomini del Sisco della polizia di stato hanno esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 49enne, già detenuto e diventato collaboratore di giustizia dopo essere stato arrestato a settembre per l’omicidio dell’ndranghetista Antonio Bellocco e come capo dell’associazione a delinquere nel tifo organizzato nerazzurro che si sta processando in aula bunker a San Vittore.
Oltre a lui la gip Daniela Cardamone ha disposto il carcere, accogliendo la richiesta dei pm Paolo Storari e Stefano Ammendola con l’aggiunto Alessandra Dolci, per l’uomo dei social della nord, Marco Ferdico, e il padre Gianfranco. Sono ritenuti gli organizzatori del delitto reperendo le “basi logistiche”, un Fiat Ducato, i cellulari criptati e l’arma. In manette (nuovamente) Cristian Ferrario, che si intesta il Piaggio Gilera utilizzato per la ‘stesa’ con il casco sempre alzato e ne denuncia falsamente il furto il 22 gennaio 2023, dopo l’esecuzione. Infine i killer materiali: il 30enne Daniel D’Alessandro, rintracciato sul Mar Nero nella città di Svetivlas in Bulgaria dopo 4 giorni di ricerche con la collaborazione della polizia bulgara e il coordinamento di Sco della polizia di stato e la Divisione ‘Sirene’ dello Scip, e il 41enne calabrese Pietro Andrea Simoncini. Ritenuto un criminale comune, esterno alle dinamiche delle curve (ma fratello della ex moglie di Marco Ferdico), con precedenti per truffa, spaccio, ricettazione e furto, sarebbe stato reclutato da Beretta venuto a conoscenza della sua partecipazione alla “Faida delle Preserre”: la guerra fra le cosche scoppiata nel 1988 e mai conclusa nella provincia di Vibo Valentia e nei Comuni di Soriano Calabro, Sorianello, Gerocarne, Ariola. Beretta è accusato – sulla base dei suoi stessi verbali – di essere il mandante dell’omicidio assieme Mauro Nepi (indagato) a cui avrebbe consegnato i 50mila euro per eliminare il leader della Nord. Il movente da ricercarsi nei “dissidi” con Boiocchi sorti sui conti dell’associazione ‘We are Milano’.
Agli atti lo scambio di messaggi fra i due nell’estate 2022. Boiocchi, “polemico e autoritario”, che pretende di visionare i conti e ricevere una “quota mensile” che non arriva più. Beretta che risponde “seccato”: “La tua parte è quella che hai sempre preso”. Un’escalation di “dissidi”, inframezzati da tentativi di riappacificazione con abbracci e “ricominciamo da capo”, che porta alla “rottura definitiva” un mese prima dell’agguato. Dalle carte dell’ultima operazione con cui il Procuratore di Milano, Marcello Viola, ritiene di aver “ricostruito tutti i fatti di sangue” del mondo ultras, emerge anche lo sconquasso che gli arresti dell’inchiesta ‘Doppia Curva’ hanno provocato nei vertici del tifo organizzato milanese. E’ ottobre 2024. Beretta, in cella per l’omicidio Bellocco, parla con la moglie e prova a motivare la sua decisione di pentirsi. “Fanno una strage, tu mi devi ascoltare, non posso restare dentro”.
Le dice di voler “collaborare” non per “avere uno sconto di pena” ma per paura di una vendetta “imminente” ai danni dei suoi “familiari” dopo l’omicidio di un membro dell’omonima cosca calabrese. “Anche io ho paura – afferma – la soluzione è passare dall’altra parte, non abbiamo altra scelta, non dormo la notte”. “Sono andato contro la mia indole per cercare di sistemare le cose – prosegue – mi farò schifare da tutti per cercare di sistemare le cose”. E’ la paura che lo ha mosso anche il 4 settembre 2024. Convinto di essere ucciso a breve su ordine di Bellocco, di nuovo per una storia di soldi e tradimenti incrociati, si convince a recarsi armato nella palestra di Cernusco sul Naviglio dove viene ucciso l’ndranghetista, dando il via alla slavina giudiziaria.