Tracce scomparse, smaltite dai tribunali, come il pigiama insanguinato di Chiara Poggi, e tante altre prove, di difficile analisi dopo 18 anni. Ma si va avanti con tenacia, a quanto filtra dai movimenti della Procura che sta indagando sull’omicidio di Garlasco.
La comparazione del Dna di Andrea Sempio, ritornato sotto i riflettori della Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi, dovrà essere effettuata non solo con “il profilo genetico estratto dal materiale biologico rinvenuto sotto le unghie” della giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, ma anche con “le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine”.
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A metterlo nero su bianco, dando così veste di ufficialità alle notizie che si rincorrono, è il gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, nel provvedimento con cui ha disposto la convocazione per il prelievo coattivo della saliva e dei capelli, avvenuto ieri, del 37enne, la cui posizione era già stata archiviata nel 2017 in quanto era stata esclusa “categoricamente” qualsiasi sua responsabilità.
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Gli “elementi nuovi” di indagine
Ora invece la nuova indagine, coordinata dalla pm Valentia De Stefano e dall’aggiunto Stefano Civardi e delegata ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, si baserebbe su “elementi nuovi e, in particolare” la “utilizzabilità” del profilo genetico estrapolato dalle unghie di Chiara e alla sua “compatibilità” con quello dell’amico del fratello che frequentava l’abitazione dei Poggi e che, per altro, passava anche lui ore e ore davanti al computer di casa.
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Alberto Stasi lascia il Palazzo di Giustizia al termine dell’udienza del processo d’appello bis per l’omicidio di Chiara Poggi a Milano, 9 aprile 2014 (Ansa/archivio)

Un’immagine di Chiara Poggi, la studentessa uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione a Garlasco (Pavia) (Ansa/archivio)

Milano, Andrea Sempio esce dalla caserma dei Carabinieri Montebello di via Vincenzo Monti accompagnato dai suoi avvocati, 13 Marzo 2025 (Ansa)
Lo stesso genetista del caso Yara
Utilizzabilità segnalata da una consulenza della difesa di Alberto Stasi, che sta espiando 16 anni di reclusione per l’omicidio, e poi confermata dal genetista che si occupò del caso di Yara, Carlo Previderè, incaricato dai pubblici ministeri.

Delitto di Garlasco, i rilievi della scientifica per l’omicidio di Chiara Poggi, 16 febbraio 2009 (Ansa)
Il match decisivo del Dna
Ora uno dei passi dell’indagine, nella quale da lunedì, dopo il deposito della sua nomina da parte del loro avvocato Gian Luigi Tizzoni, entreranno anche i Poggi come parte offesa, sarà il match del Dna. Il quale, è l’orientamento, dovrebbe avvenire con la formula dell’accertamento irripetibile e dunque consentendo anche ai consulenti della difesa, che nominerà Luciano Garofano, e dei Poggi di partecipare.
Gli esiti, si prevede, arriveranno tra un mesetto, e dopo un lavoro in cui si confronteranno super esperti.
A caccia di reperti nei laboratori
Oltre a ciò inquirenti e investigatori, che stanno setacciando laboratori, compreso quello del Ris di Parma, e l’ufficio reperti del Tribunale pavese, visto i progressi delle tecniche scientifiche, intendono comparare il Dna di Sempio con le altre tracce biologiche repertate sulla scena del delitto, dove non si esclude possano essere individuati più profili genetici. Al momento, a distanza di 18 anni, non si sa cosa sia ancora conservato e cosa sia leggibile.
Il materiale smaltito tre anni fa, e ormai perduto
Anche perché a Pavia tutto è stato smaltito mentre la Corte d’Appello milanese, su richiesta di Stasi, tre anni fa circa, ha restituito quanto era stato sequestrato. Pare anche la tastiera del pc dei Poggi, uno degli elementi chiave di questa inchiesta per ora mai decollata, che al momento è introvabile e sulla quale ci sono poche speranze di rintracciare qualche frammento biologico utile.
Dove sono i capelli?
I capelli, come quello corto più chiaro degli altri, provvisto di bulbo, che la vittima stringeva nel palmo di una mano, non si capisce se e dove sono ancora custoditi e lo stesso vale per il dispenser nel bagno al pian terreno dove, allora, erano state isolate le impronte digitali di Stasi mischiate alle tracce di Dna di Chiara.
Le intercettazioni dell’epoca: lo scontrino e i dialogo di Sempio con il padre
Nel frattempo, riemergono alcuni dialoghi intercettati e agli atti di quel primo fascicolo archiviato otto anni fa. Come la conversazione captata con le cimici messe nell’auto, in cui Sempio, parlando col padre di ritorno dopo le audizioni in Procura, gli spiegava che, in sostanza, avevano detto due cose diverse sul momento in cui avevano ritrovato l’ormai noto scontrino del parcheggio. Biglietto che per Sempio dimostrerebbe che lui, mentre Chiara veniva uccisa, era a Vigevano.
E se nel 2017, per i pm Mario Venditti e Giulia Pezzino, queste intercettazioni “hanno dimostrato” l’innocenza dell’indagato, e la “genuinità delle sue dichiarazioni e di quelle dei genitori”, ora andranno rivalutate e rilette nel tentativo di riscrivere una vicenda che è passata in giudicato con una sentenza della Cassazione e che non ha poi superato il vaglio né di una revisione e né della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Delitto di Garlasco (Rai)