Svolta nelle indagini sul femminicidio a Roma di Ilaria Sula, la studentessa uccisa in un appartamento del quartiere Africano a Roma con tre coltellate al collo dall’ex fidanzato reo confesso Mark Antony Samson, che ha poi abbandonato il corpo in un dirupo nella zona di Capranica Prenestina.
Il cellulare della vittimala studentessa uccisa, ora sequestrato, era a casa di Samson e dovrà essere analizzato. Per individuare il telefono sono risultate determinanti le informazioni fornite dal ragazzo, assistito nella sua confessione dagli avvocati Fabrizio Gallo e Alessandro Pillitu.
Intanto sono in corso gli esami, disposti nelle scorse settimane dalla Procura di Roma, sul tablet e sul computer della vittima e sul cellulare di Samson. I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, contestano al ragazzo l’omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e l’occultamento di cadavere. Mentre la madre di Samson è indagata per concorso in occultamento di cadavere.
La madre di Samson: “Mark sembrava un demonio”
Sulla dinamica dell’assassinio, intanto, sono emersi nuovi dettagli nel corso dell’interrogatorio reso in questura da Nors Man Lapaz, la madre di Mark Antony Samson.
“Ilaria era immobile, Mark sembrava un demonio, piangeva e piangendo ha detto ‘ma’ non c’è più'”, ha dichiarato la donna in uno dei passaggi davanti al pm della procura di Roma e agli investigatori della sezione omicidi della squadra mobile. Alla domanda se avesse visto il coltello, Nors Man Lapaz ha risposto: “Non l’ho visto, e poi Mark mi ha chiesto ‘Abbiamo una valigia grande?'”.
E ancora “‘Non dirlo a papà, poverino lui è vecchio, scusami’. Io ho preso la giacca e sono uscita piano piano da casa”, ha proseguito la donna. Poi spiegato alla polizia che il figlio, per giustificare il femminicidio le avrebbe detto: “Mamma, se non lo facevo io ammazzavano me. Lei mi ha tradito“.
La donna, indagata per concorso in occultamento di cadavere, ha riferito: ”Poi dopo io sono andata in cucina, è venuto Mark e ha preso un’altra busta. Mark è venuto da me in cucina perché aveva già un’altra busta in mano. Poi mi ha chiesto un abbraccio. Io l’ho abbracciato. Lui non ha voluto avvisare suo padre”.