Lesioni multiple su varie parti del corpo a causa dei numerosi proiettili che lo hanno colpito in diverse aree, contusioni diffuse (forse provocate da colpi inferti con oggetti contundenti e dalla caduta) e alcune fratture: è quanto avrebbe accertato l’autopsia compiuta sul corpo di Mauro Di Giacomo, fisioterapista 63enne ucciso la sera del 18 dicembre nel piazzale antistante lo stabile in cui abitava, in via Tauro, a Bari.
L’esame è stato eseguito dal medico legale dell’Università di Bari Francesco Introna. Di Giacomo avrebbe avuto una violenta discussione con il suo killer, e potrebbe essere stato prima aggredito fisicamente e poi, mentre tentava di fuggire, ferito a morte con numerosi colpi di pistola sparati da vicino e mentre si allontanava. Di Giacomo non è morto sul colpo: è stato rianimato dal personale del 118 giunto sul posto ma, a causa della gravissime lesioni multiple, è deceduto per shock emorragico. La dinamica violenta dell’aggressione che emergerebbe dall’autopsia fa supporre che l’aggressore fosse determinato a fare del male al suo avversario. Continuano, intanto, le indagini della squadra mobile per rintracciare l’assassino del fisioterapista. Nelle ore successive al delitto sono stati ascoltati testimoni, per lo più residenti nello stabile in cui abitava l’uomo – insieme alla moglie e i due figli – e delle palazzine vicine. Non ci sono testimoni diretti dell’omicidio, ma alcuni avrebbero visto un’auto allontanarsi dal luogo del delitto, avvenuto intorno alle 20.30. Gli inquirenti stanno cercando di individuare l’auto dalle immagini delle telecamere di sorveglianza (assenti sul luogo del delitto) delle vie circostanti
Tanti i residenti della zona che hanno sentito gli spari e le grida d’aiuto di Di Giacomo. Uno di questi, spaventato, avrebbe chiamato immediatamente i soccorsi. Un collega del fisioterapista ha rivelato agli inquirenti che, nei giorni precedenti, nello studio in cui Di Giacomo lavorava, sarebbe arrivata una lettera anonima a lui indirizzata. Analizzati anche i tabulati telefonici dell’uomo: il cellulare è stato sequestrato. Gli investigatori seguono la pista della vendetta personale.