Scatta il riordino delle accise sui carburanti. Con l’obiettivo dichiarato di favorire un riallineamento a favore delle fonti meno inquinanti, il diesel costerà un po’ di più e la benzina un po’ di meno. Il decreto del ministero dell’Ambiente e del ministero dell’Economia adottato in attuazione del dlgs della delega fiscale sulla revisione del sistema, è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entra subito in vigore.
L’accisa sulla verde cala quindi di 15 euro per mille litri, ossia 1,5 centesimi al litro, passando a 713,40 euro per mille litri dalla vecchia aliquota che era di 728,40 euro. Quella sul gasolio usato come carburante sale invece di 15 euro per mille litri, gli stessi 1,5 centesimi al litro, a 632,40 per mille litri dai precedenti 617,40.
L’effetto sui prezzi rilevati quotidianamente dal Mimit ancora non si vede ma è presumibile che le compagnie adottino il provvedimento velocemente. In base agli ultimi dati disponibili, la benzina viaggia anzi in media al self service in lieve rialzo a 1,702 euro al litro, mentre il diesel, sempre al self service, è a 1,586 euro al litro. I consumatori hanno già fatto i conti: secondo il Codacons, il riequilibrio costerà in totale 364 milioni di euro annui agli automobilisti che dispongono di una automobile alimentata a gasolio (circa il 41% del parco circolante italiano), con la spesa per il pieno che sale di 0,915 euro a vettura. Per la benzina invece (pari al 42%) la riduzione dell’accisa determinerà un risparmio da 374,5 milioni di euro annui.
Assoutenti fa invece notare che oggi Iva e accise pesano per il 61,1% sulla benzina e per il 57,2% sul gasolio. Solo nel 2023, in base agli ultimi dati ufficiali disponibili, della spesa totale di 70,9 miliardi per i carburanti, ben 38,1 miliardi sono finiti nelle casse dello Stato a titolo di Iva e accise. Una tassazione che porta i listini alla pompa di benzina e gasolio in Italia ad essere tra i più alti in Europa e che l’associazione chiede al governo di ridurre.