È cominciato con un ringraziamento a chi ha lavorato durante e dopo l’emergenza, compreso il governatore Marco Bucci, il discorso della sindaca di Genova, Silvia Salis, durante la commemorazione della tragedia di ponte Morandi.
A sette anni dal crollo, la città ha ricordato ancora le 43 vittime con una cerimonia iniziata questa mattina per la prima volta nell’area del Memoriale 14.8.2018, inaugurato lo scorso dicembre sotto le campate del nuovo ponte San Giorgio.
La commemorazione, con l’intervento delle autorità civili e religiose della città, oltre al comitato dei parenti delle vittime, è culminato nel minuto di silenzio alle 11.36, ora del disastro: solo il suono dalle sirene delle navi in porto e i rintocchi delle campane di tutta la diocesi di Genova hanno potuto interromperlo.
“È difficile trovare le parole, probabilmente non ce ne sono di adeguate, non ce ne sono di non banali – ha affermato la sindaca – Quello che noi dobbiamo fare è impegnarci a mantenere viva la memoria. Come ha ricordato il nostro presidente della Repubblica Mattarella, questa è una ferita che non si rimarginerà mai“.
Ponte Morandi, sei anni dalla tragedia (ANSA)
Il pensiero della prima cittadina è andata subito alle famiglie delle vittime per le quali quella di 7 anni fa “è una ferita inimmaginabile per chi non ha sentito una voce dall’altra parte del telefono. E noi per questo vi siamo vicini, per questo ci impegniamo non solo a portare avanti il Memoriale, ma a riempirlo di vita, a riempirlo di contenuti, a fare in modo che le scuole lo vivano come una tappa fissa del loro percorso educativo perché è un memoriale che può essere per tutte le bambine, per tutti i bambini un po’ più grandi, per tutte le ragazze e i ragazzi delle superiori: si può parlare di sicurezza, si può parlare di prevenzione e si può parlare di quello che è successo con modalità ovviamente diverse in base all’età. Ma è doveroso che questo succeda, che questo vada avanti”

Ponte Morandi, sei anni dalla tragedia (ANSA)
Sergio Mattarella: “Ferita indelebile, richiamo alle responsabilità pubbliche e private”
In occasione dell’anniversario, le parole di Sergio Mattarella affidate ad una nota del Quirinale, richiamano alle responsabilità pubbliche e private di un disastro che poteva e doveva essere evitato.
“Il 14 agosto 2018 segna una pagina drammatica nella storia del nostro Paese: quarantatré vite spezzate, centinaia di persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni. Una ferita indelebile nel cuore di Genova, della Liguria, dell’Italia.
Il crollo del Ponte Morandi – afferma nella nota il Capo dello Stato – ha segnato un severo richiamo alle responsabilità pubbliche e private in tema di sicurezza delle infrastrutture. Un punto di non ritorno a pratiche che hanno generato un disastro di quelle proporzioni. La comunità locale e la comunità nazionale hanno reagito con straordinario spirito di solidarietà accanto agli immediati soccorsi offerti dalle autorità preposte per arginarne le catastrofiche conseguenze”.
“La rapida ricostruzione di un così importante tratto stradale, il Ponte Genova San Giorgio, riconnettendo la Città e l’Italia, è stata un atto di ripartenza. La tutela delle infrastrutture – conclude Mattarella – per garantire piena sicurezza nella circolazione, non ammette alcuna forma di negligenza. Nel commemorare le vittime del Ponte Morandi, la Repubblica si unisce al dolore dei familiari”.
Giorgia Meloni: “Una catastrofe che rimarrà nella memoria del popolo”
“Il 14 agosto di sette anni fa, Genova, la Liguria e l’Italia intera sono state sconvolte da una catastrofe che rimarrà per sempre nella memoria del nostro popolo”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Tutti noi abbiamo ancora negli occhi le drammatiche immagini del crollo del Ponte Morandi e conserviamo nel cuore l’angoscia di quei momenti, il senso di smarrimento di fronte ad una tragedia spaventosa, la riconoscenza per l’eroismo dei soccorritori, il dolore per le quarantatré vite spezzate. – aggiunge-. Allo stesso modo, è ancora vivissima la sete di verità e giustizia, invocata con tenacia dai famigliari delle vittime e sostenuta da tutto il popolo italiano. Accertare le responsabilità per ciò che è accaduto, individuare le eventuali colpe ed omissioni, dare risposte definitive: obblighi morali e civili che non possono essere disattesi”. Poi continua: “Il 14 agosto di sette anni fa Genova è stata duramente ferita, ma non si è lasciata abbattere. E ha mostrato al mondo la forza di una comunità unita, capace di ricostruire e di rinascere. Il Ponte San Giorgio ne è il simbolo più potente, prova concreta di una Nazione e di un popolo che anche nei momenti più difficili sanno prendersi per mano e rialzarsi, più forti e orgogliosi di prima”, conclude.