Nella storia del Primo Maggio in Italia la pagina più sanguinosa fu scritta nel 1947 a Portella della Ginestra.
E’ il Primo maggio del 1947. Circa 2000 contadini, fra uomini, donne, bambini e anziani, si erano dati appuntamento nella Piana di Portella della Ginestra a Piana degli Albanesi, nell’entroterra di Palermo. Manifestavano contro il latifondo, a favore dell’occupazione delle terre incolte, e festeggiavano la vittoria del Blocco del Popolo nelle recenti elezioni per l’Assemblea Regionale Siciliana.
Appostati sulle colline vicine, ad attenderli armati di mitragliatrici, c’erano però gli uomini della banda di Salvatore Giuliano.
All’improvviso, dalle colline, partirono raffiche di mitra che vennero scambiate all’inizio per i botti della festa: i corpi rimasti in terra raccontarono immediatamente l’amara verità. Sull’erba bagnata di sangue rimasero 11 morti, 9 adulti e 2 bambini, e 27 feriti – alcuni dei quali morirono successivamente per le ferite riportate.
La ricostruzione della strage di Portella della Ginestra nel film di Dino Risi (@Rai)
01/05/2025
La notizia della strage si diffuse in tutta Italia e la CGIL proclamò per il 3 maggio uno sciopero generale.
Le indagini furono compromesse dalla volontà di una parte delle forze di governo ed in particolare del Ministro dell’interno dell’epoca, Mario Scelba, di escludere in partenza la pista della strage politica. Tutte le colpe furono addossate al bandito Giuliano, malgrado il rapporto dei Carabinieri indicasse come possibili mandanti “elementi reazionari in combutta con i mafiosi locali.“
Una foto del Bandito Giuliano (@web)
01/05/2025
Lo stesso Giuliano fu eliminato, 3 anni dopo, dal suo luogotenente Gaspare Pisciotta, che a sua volta fu avvelenato in carcere con 10 grammi di stricnina nel 1954 dopo avere annunciato clamorose rivelazioni sui mandanti della strage di Portella nel corso del processo contro il banditismo che si svolse a Viterbo.

La lapide dedicata alle vittime di Portella della Ginestra (@web)
01/05/2025