Ieri una accesa discussione nell’Aula del Senato, prima dell’avvio delle votazioni, ha portato nel vivo la riforma che dovrebbe portare all’elezione diretta del Capo del Governo, la cosiddetta riforma sul premierato. La ministra per le Riforme Elisabetta Casellati nel suo intervento ha ribadito che non ci sono rischi di squilibrio tra poteri istituzionali: “C’è un fraintendimento radicale che riguarda il ruolo dei due presidenti, della Repubblica e del Consiglio, che si muovono su due piani diversi e non sovrapponibili nell’assetto costituzionale. Il presidente della Repubblica ha poteri di garanzia dei valori costituzionali e di rappresentanza dell’unità nazionale. La sua neutralità e la sua autorevolezza derivano dal fatto di non essere parte, ma di attingere la sua legittimazione, dai valori della Costituzione. Le sue prerogative non sono state toccate, anzi: alla nomina si sono aggiunti la revoca dei ministri e il potere solitario di firmare importanti atti che, nell’attuale sistema, condivideva con il governo. Il presidente del Consiglio ha invece poteri di indirizzo politico“.
Le opposizioni hanno cominciato una dura battaglia, come annunciato, presentando oltre 2.600 emendamenti dopo la conclusione della discussione generale. “Interverremo tutti su ogni emendamento” hanno annunciato così una opposizione durissima i capigruppo di Pd, M5s e Verdi-Sinistra, Francesco Boccia, Stefano Patuanelli e Peppe De Cristofaro. “E l’opposizione – assicurano – sarà durissima”.
Si applicherà probabilmente il sistema del “canguro”, cioè la possibilità di snellire il numero dei voti mettendo insieme gli emendamenti che chiedono modifiche simili fra loro. Così bocciando un testo decadono quelli che ne conseguono. Una prassi, questa, non nuova nelle Aule parlamentari con conseguente protesta delle opposizioni.
Bocciato l’Odg sull’approvazione della legge elettorale prima del premierato
L’Aula stamane ha bocciato l’Ordine del Giorno che avrebbe impegnato il Governo ad approvare la nuova legge elettorale prima della riforma del premierato, in conformità con i pareri negativi espressi dal relatore Alberto Balboni (FdI) e dal Governo. I voti favorevoli sono stati 60, 87 i contrari.
L’odg, presentato dal gruppo di Italia viva, avrebbe fatto in modo che il Governo garantisse l’approvazione della “legge elettorale prima dell’entrata in vigore della riforma costituzionale e, in particolare, prima di un’eventuale referendum ex articolo 138 della Costituzione, al fine di garantire al corpo elettorale di esprimersi su una riforma completa e che non demandi a una futura legge (elettorale) la propria definizione”.