Come sempre, nel suo stile inconfondibile, Roberto Benigni vola alto nel suo monologo – preparatissimo, eppure con l’idea di essere improvvisato al momento – tenuto sul sagrato della basilica di San Pietro, in una piazza stracolma di bambini (gli organizzatori parlano di 50mila persone). È l’evento conclusivo della Giornata mondiale dei Bambini, voluta personalmente da Papa Francesco e già proiettata alla prossima edizione, a settembre 2026.
L’attore premio Oscar esordisce salutando “tutti i bambini, ai malati, le mamme, i babbi, i nonni, gli accompagnatori, i cardinali, le persone importanti, il sindaco di Roma, il signor presidente del Consiglio Giorgia Meloni”. Poi, scherzando sul non aver nominato il “padrone di casa”, Benigni aggiunge: “Ho salutato quelli importanti… non manca nessuno… C’è qualcun altro da salutare?”.
Il bacio al Papa
Poi, rivolgendosi al Papa: “Santità! Ma lei è qui, a portata di mano e di cuore, vorrei stringerla, baciarla, non so come dimostrarle affetto, amore, potrei ballare un tango qua davanti. Ma prima di entrare due guardie svizzere mi hanno detto: lei può fare qualsiasi cosa qui, solo una cosa non può fare, toccare il Papa. Ma da quando me l’hanno detto, ho voglia di fare solo quello” aggiunge sorridendo e svelando le sue intenzioni. “Un bacio però glielo posso dare, a che servono i baci se non si danno? È un bacio che arriva da tutti loro, che ne vale centomila” aggiunge prima di avvicinarsi al Pontefice e di baciarlo.
Da piccolo volevo fare il Papa
“Pieno di gioia come un cocomero”, si definisce così, Roberto Benigni, precisando di trovarsi a suo agio in Vaticano, “lo Stato più piccolo del mondo dove c’è l’ultimo più grande del mondo, incredibile”. E spiega che da piccolo, quando gli chiedevano cosa volesse fare da grande, rispondeva “serio serio: il Papa. E tutti a sbellicarsi dalle risate. Allora decisi di fare il comico, se si fossero inginocchiati avrei fatto il Papa”.
In mezzo a voi magari c’è il nuovo Papa
“I bambini – sottolinea ancora il premio Oscar – sono il nostro futuro, la gioia di domani, una cosa meravigliosa. Magari in mezzo a voi c’è il nuovo Michelangelo, il nuovo Galileo, la nuova Rita Levi Montalcini. O magari c’è il nuovo Papa, non si sa mai. Questa è la città del Signore, il Regno di Dio, tutto è possibile, anche che uno di voi diventi Papa, magari il primo africano o asiatico della storia, o di Testaccio, e una donna, il primo Papa donna della storia, pensate che roba”. “Insieme a voi – dice Benigni – siamo tornati tutti bambini, e il più piccolo è papa Francesco, che ha tre anni e tanti giorni, è un bambino, è puro, ha la purezza, se venite a mezzanotte ha un’aura luminosa intorno perché è puro, come Campanellino di Peter Pan, ha la polvere di Papa”.
Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro
“Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro, costruite un mondo migliore, noi non ci siamo riusciti. Rendete il mondo più bello: il mondo ne ha bisogno, e voi lo potete fare” esorta Roberto Benigni nel suo monologo, che incanta piazza San Pietro. “Cercate di fare le cose belle, rendete gli altri felici, e per farlo bisogna essere felici. Siate felici, diventate l’adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini”.
“Il mondo è governato da persone che non sanno cosa sia la misericordia, l’amore. E così commettono il più stupido dei peccati, la guerra: una parola brutta, che sporca tutto. Dobbiamo porre fine a questa cosa. Perché quando i bambini giocano, appena uno si fa male, si fermano, fine del gioco, e invece quelli che fanno la guerra non si fermano al primo bambino che si fa male? La guerra deve finire” incalza Benigni.
Troviamo la parola giusta per fermare la guerra. La cosa più sensata l’ha detta Gesù
“Dobbiamo trovare le parole giuste, cha facciano diventare le cose vere, nessuno ha trovato la parola giusta per fermare la guerra: ‘guerra fermati’, un po’ come ‘apriti sesamo’. Eppure sono convinto che in mezzo a voi ci sia chi troverà la parola per fermare la guerra, dobbiamo cercarla insieme”.
“Prendetevi voi cura del mondo, amate chiunque sia a portata di mano, siate buoni, amate, se non lo sapete voi cos’è l’amore, voi che lo siete, siete amore diventato visibile, ma chi lo sa?” esorta ancora Benigni, rivolto alle migliaia di bambini in piazza San Pietro. “L’unica cosa sensata l’ho sentita dire da Gesù, nel Discorso della montagna: siate profondamente buoni, questo ha detto. È l’unica buona idea nella storia dell’umanità: la vita è amore, conoscenza, compassione infinita per il dolore che attraversa l’umanità”.
Sognate che è la cosa più bella del mondo. Amate qualsiasi cosa facciate
E ancora: “Non abbiate paura, non esiste inferno, purgatorio ma esiste solo il paradiso, quello in cui siete adesso: il mondo dell’infanzia, sognate che è la cosa più bella del mondo. Per sognare non bisogna chiudere gli occhi, bisogna aprirli”.
“Ognuno di voi è un eroe, protagonista di una storia che non si ripeterà mai più: siete gli eroi della vostra vita, fate le cose difficili, più difficili sono e meglio è. E se sbagliate non vi preoccupate, riprovate, gli errori sono necessari, utili e qualche volta anche belli” dice l’attore premio Oscar.
“Divertitevi – aggiunge – e qualsiasi cosa facciate, amatela, non accontentatevi di fare un buon lavoro, fatelo al meglio, amate ciò che fate”. “Vi dicono di andare avanti sicuri? Io dico l’opposto: dovete essere insicuri, più siete incerti, indecisi, scettici, dubbiosi e meglio è. L’incertezza è più bella. Chiedete aiuto e non abbiate paura, come diceva papa Wojtyla, perché siamo tutti insieme”.