
Continua a crescere lo scandalo che ha coinvolto Roberto Palumbo, primario del reparto Nefrologia dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma, arrestato in flagranza e portato in carcere nei giorni scorsi mentre riceveva tremila euro dall’imprenditore Maurizio Terra.
Per entrambi il gip ha disposto gli arresti domiciliari e, secondo l’ accusa, il primario riceveva regolarmente mazzette, come si legge nell’ordinanza: “un meccanismo oliato che andava avanti da anni. Un sistema di smistamento pazienti dializzati con regole precise”.
Nell’indagine si procede per corruzione.
Palumbo e Terra sono stati fermati in strada dopo essersi incontrati nei pressi della Regione Lazio e, nella circostanza, l’imprenditore a bordo dell’autovettura del medico avrebbe consegnato a quest’ultimo 3mila euro in banconote da 100 e 50 euro, somma poi rinvenuta dagli agenti.
Roberto Palumbo è diventato primario nel 2008, prima ancora che l’ospedale dell’Eur fosse organizzato per la Nefrologia, e si divideva tra corsie e Srl e, nella scorsa primavera era stato intercettato dalla magistratura assieme al suo commercialista, mentre progettava la costituzione di una nuova società “finalizzata con ogni evidenza — scrivono i pm — a schermare le illecite dazioni di denaro da parte degli imprenditori compiacenti”.
La Asl Roma 2, nel frattempo, ha aperto un fascicolo e sospeso Roberto Palumbo. Lo si apprende da fonti sanitarie.
Il Gip: “Il primario aveva il controllo della destinazione dei pazienti”
Il primario di Nefrologia dell’ospedale del Sant’Eugenio di Roma Roberto Palumbo “aveva un
controllo della destinazione dei pazienti verso i vari centri e li indirizzasse in modo da raggiungere il massimale consentito verso la Dilaeur, struttura del quale egli ha, di fatto il 60% delle quote”.
Lo scrive il gip di Roma nell’ordinanza in cui ha disposto i domiciliari per il medico, arrestato in flagranza mentre intascava una tangente e confermato la detenzione
domiciliare per l’imprenditore Maurizio Terra. Il giudice – che definisce “gravi i fatti contestati” – aggiunge che “Terra ha,sostanzialmente, ammesso i fatti e anche Palumbo, che nel corso dell’interrogatorio reso dinanzi al pm era parso più reticente ha, infine, operato ammissioni di responsabilità nel corso dell’udienza di convalida”.
Il contesto
L’arresto si inserisce nell’ambito di una più ampia e articolata attività d’indagine delegata dalla procura e condotta dalla Sezione Anticorruzione della Squadra Mobile di Roma, finalizzata a far luce su ipotesi di corruzione in ambito sanitario, in particolare nella gestione dei pazienti in dialisi e assegnati alle cliniche private convenzionate con il Ssn ricadenti nella giurisdizione della Asl Rm/2, della quale l’Ospedale Sant’Eugenio è centro di riferimento di nefrologia e dialisi.
Secondo l’ipotesi investigativa, il medico – in cambio di denaro contante e altre utilità ricevuti dagli imprenditori dei centri dialisi compiacenti – sfruttando la propria posizione quale Dirigente della Uoc del Sant’Eugenio, smistava i pazienti nelle cliniche di suo interesse anche attraverso disposizioni al proprio staff affinché i pazienti fossero indirizzati o comunque convinti ad effettuare la dialisi esclusivamente presso le cliniche nelle quali aveva diretti o indiretti interessi. Parte dei pagamenti illeciti legati al rapporto corruttivo, inoltre, sono stati effettuati con fatture per operazioni inesistenti, emesse da una società “schermo” di attività di consulenza, costituita ad hoc attraverso un prestanome e nella quale formalmente il primario non riveste alcuna carica sociale né detiene partecipazioni. Nel corso di perquisizioni sono stati sequestrati i telefoni cellulari, che verranno ora analizzati dagli inquirenti per verificare se già in passato tra i due ci sia stato uno scambio di denaro.