Mentre al Senato accademico della Sapienza comincia la riunione, parte il corteo all’interno della città universitaria degli studenti filo-palestinesi. È il “contro-Senato” al grido di “Free free Palestine”. Qui una settimana fa è stato montato un presidio di tende per un’occupazione simbolica. “Stop accordi con Israele e industria bellica” si legge sullo striscione d’apertura e si chiedono le dimissioni della rettrice Antonella Polimeni. Sfilano anche cartelli coi volti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di Matteo Salvini e della segretaria del Pd Elly Schlein con scritto “complice del genocidio”.
“Pretendiamo e senza più rinvii un confronto con la rettrice Antonella Polimeni se ci fa la grazia dopo il corteo di raggiungerci in T1 per parlare di boicottaggio accademico”, dice al megafono una studentessa del Coordinamento Collettivi Sapienza.
Questa mattina invece all’Università di Macerata il Collettivo Depangher ha “interrotto l’incontro alla Facoltà di Scienze politiche che aveva come ospiti, tra gli altri, rappresentanti dell’Università israeliana Bar-Ilan, ateneo che quotidianamente dai suoi canali supporta il genocidio che si sta consumando in Palestina e i suoi artefici”.
Esposto uno striscione con la scritta “Unimc stand with genocide, stop accordi Unimc-Israele”. Durante l’intervento il Collettivo ha “rilanciato la giornata di mobilitazione studentesca all’università di Macerata, al fianco della resistenza palestinese, per mercoledì 15 maggio dalle ore 17” e “invitato il rettore John McCourt ad un incontro con gli studenti e le studentesse durante quella giornata con l’obiettivo di fare luce sulla questione degli accordi tra UniMce le università sioniste che supportano guerra, occupazione e genocidio”. “Considerando ciò che si sta consumando in Medio Oriente, – scrive il Collettivo Depangher – l’unica risposta che possiamo accettare dall’istituzione universitaria è quella riguardante l’immediata sospensione di tutti gli accordi con i suddetti atenei”.