Le ultime ore della campagna elettorale per le europee si catalizzano su uno dei temi principali al centro del dibattito politico internazionale, soprattutto in vista di come la questione migratoria sarà trattata dalla prossima Commissione europea e da quale approccio verrà proposto dai vari gruppi politici in seno all’Europarlamento.
E anche la premier Giorgia Meloni – che sui problemi dell’immigrazione ha concentrato fin dall’inizio la sua azione di governo, focalizzandola soprattutto sul contrasto a quella illegale – sembra usare gli ultimi giorni di campagna per ribattere su questo tasto. La presidente del Consiglio è arrivata in Albania, accompagnata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per visitare la struttura di Shengjin, pronta ad accogliere i migranti in arrivo dall’Italia, nell’ambito del Patto siglato lo scorso anno con il premier di Tirana, Edi Rama. A Shengjin, in particolare, verranno smaltite le procedure di ingresso (identificazione e registrazione) delle persone sbarcate sulle coste italiane e distribuite dall’altra parte dell’Adriatico per non sovraffollare i centri di accoglienza del nostro Paese.
All’interno del porto, che dista circa 70 chilometri dalla capitale, la struttura è stata appena ultimata, proprio il giorno prima della visita della premier. “La struttura è pronta, ieri sono stati ultimati i lavori e adesso è passata sotto la gestione italiana. Potrà ospitare circa 200 persone che poi saranno trasferite nelle strutture di Gjader” ha detto il direttore del porto, Sander Marashi.
Al suo arrivo, la presidente del Consiglio e il collega albanese faranno un breve sopralluogo dell’area ubicata nell’entroterra, presso l’ex aeroporto di Gjader, destinata alla realizzazione delle strutture per l’accertamento dei presupposti finalizzati al riconoscimento della protezione internazionale e per il rimpatrio dei migranti non aventi diritto all’ingresso e alla permanenza nel territorio italiano. Al termine, Meloni e Rama si sposteranno presso il porto di Shengjin, dove terranno una conferenza stampa nella struttura di quattromila metri quadri, appena ultimata.
Il fine della visita, che le opposizioni hanno già bollato come “passerella elettorale”, è concentrato a “verificare, a seguito del Protocollo sottoscritto a novembre con Rama, lo stato di realizzazione del centro di prima accoglienza di Shengjin e del centro di permanenza di Gjader” aveva spiegato ieri la stessa Meloni. Le strutture, sotto la giurisdizione italiana, dovrebbero diventare pienamente operative entro la fine dell’anno.
Centro di accoglienza migranti a Shengjin, in Albania
Cosa prevede il Protocollo
Secondo quanto previsto dal Protocollo, il numero totale di migranti presenti contemporaneamente nel territorio albanese non potrà essere superiore a tremila. Nelle strutture potranno essere condotte solamente persone imbarcate, anche a seguito di operazioni di soccorso, in zone situate all’esterno del mare territoriale della Repubblica italiana o di altri Stati membri dell’Unione europea. L’ingresso dei migranti in acque territoriali e nel territorio della Repubblica di Albania avverrà esclusivamente con i mezzi delle competenti autorità italiane. Il Protocollo resterà in vigore per 5 anni e sarà rinnovato tacitamente per un ulteriore periodo di 5 anni, salvo che una delle due parti comunichi, con preavviso di almeno sei mesi rispetto alla scadenza, la propria intenzione di procedere al rinnovo.
Ieri l’esposto al procuratore nazionale Antimafia sui numeri sospetti del click-day
Flussi d’ingresso legali usati come “ulteriore canale di immigrazione irregolare”, col sospetto di una regia occulta della criminalità organizzata. Dal monitoraggio sugli ultimi due anni, sono emersi “dati allarmanti” in “alcune regioni, su tutte la Campania”, secondo la denuncia della premier in Consiglio dei ministri, dopo aver consegnato un esposto al Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, sull’applicazione degli ultimi decreti flussi. In particolare, Meloni ha voluto evidenziare “un numero di domande di nullaosta al lavoro per extracomunitari, durante il click day, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese”.
Il Pd: “A Shengjin hotspot montato in fretta e furia, un bluff”
Come si diceva, le opposizioni ridimensionano l’entusiasmo del governo; il Pd, in particolare, sottolinea che l’accordo con l’Albania per la gestione dei migranti è un “grande bluff”, poiché oggi ci si limiterà a mostrare “le immagini dei container del porto di Shengjin, uniche strutture montate in fretta e furia, che a nulla serviranno finché non sarà costruito il centro principale a Gjadër”.
I deputati dem Enzo Amendola, Simona Bonafè, Matteo Mauri e Matteo Orfini annunciano: “Chiederemo conto in Parlamento di quanto ha pesato sulle casse dello Stato questa ‘gita fuoriporta’ della presidente Meloni”. I deputati democratici ricordano inoltre di essere stati “a fine maggio in missione nei luoghi dove, secondo l’accordo Italia-Albania sottoscritto dal governo, dovevano essere già operativi i centri per migranti”.