Per gli over 65 la città dove si vive meglio è Bolzano. Tra le città che offrono maggiori opportunità ai residenti tra 18 e 35 anni, svetta Gorizia che si conferma prima, per il secondo anno consecutivo; mentre Lecco, Siena e Aosta occupano il podio della graduatoria che misura il benessere dei bambini.
Sono tre le top ten delle classifiche dell’indagine sulla Qualità della vita per fasce d’età del Sole 24 Ore che misurano rispettivamente il benessere di anziani, giovani e bambini sul territorio italiano. Delle trenta province che popolano la parte alta delle tre graduatorie sono 17 quelle appartenenti alla macro-area. Altre dieci sono territori del Nord Ovest, due sono del Centro e una del Mezzogiorno (le ultime tre, in particolare, si incontrano nell’indice dedicato ai più piccoli, tra 0 e 14 anni).
Le classifiche misurano, ormai da cinque anni, le “risposte” dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute.
Bolzano (wikicommons)
Bolzano, Gorizia, Lecco: le città sul podio
La provincia altoatesina si distingue per il benessere degli “over” con il più basso consumo di farmaci per malattie croniche, la più elevata spesa sociale per gli anziani e l’alta incidenza di biblioteche.
Gorizia, quest’anno Capitale europea della cultura transfrontaliera 2025, è una città di frontiera e universitaria: le sue performance migliori sono legate al numero di locali e organizzatori di eventi Siae in rapporto ai giovani residenti (seconda su 107 province), al lavoro (è quarta nelle trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato) e vanta una delle più basse età medie della donna al parto del primo figlio (31,6 anni, rispetto alla media nazionale di 32,6).
Invece Lecco conquista la Qualità della vita dei bambini grazie al primato nell’indice Sport e bambini (praticanti, scuole e risultati, fonte Pts), eccelle sul podio delle competenze scolastiche fotografate dai test Invalsi e ha una bassa incidenza di delitti a danno dei minori.
L’indagine e i nuovi indicatori
La Qualità della vita per fasce d’età del Sole 24 Ore rappresenta, da alcuni anni, un’utile bussola per fare il punto sulle fragilità di un paese in piena crisi demografica, dove sempre più spesso si invoca la necessità di un patto generazionale che – anche attraverso i fondi del Pnrr – raccolga investimenti per lo sviluppo e il futuro del Paese. Le tre graduatorie verranno incluse nella classifica di fine anno, la 36esima edizione della Qualità della vita. Ciascuno dei tre indici sintetici generazionali è calcolato su parametri statistici, forniti da fonti certificate (tra cui Istat, Infocamere, Iqvia, Siae, Tagliacarne) in grado di raccontare il livello di benessere nei territori.
Tra i nuovi indicatori inseriti in questa edizione si segnalano le risposte rilevate da Istat nell’ultima indagine sul «Benessere e sicurezza delle persone» sulla qualità delle reti familiari (presenza di parenti su cui contare) e sulla sicurezza percepita (paura di camminare la sera al buio in strada). Inseriti anche gli incidenti stradali notturni, che troppo spesso coinvolgono i più giovani nelle grandi città italiane (Milano è ultima in questo parametro) e il consumo di farmaci contro l’obesità, sempre più diffusi tra gli anziani.

Lecco (wikicommons)
Le province del Mezzogiorno
Gli indici generazionali, al netto di alcuni exploit, restituiscono dinamiche ormai consolidate nella “distribuzione” del benessere territoriale in Italia. Quasi sempre, infatti, le province del Sud si trovano in coda alla classifica: Trapani chiude la graduatoria dedicata agli anziani e Caltanissetta quella dei bambini; le ultime venti posizioni delle tre graduatorie sono occupate in gran parte da province meridionali (19 su 20 nei bambini, 15 su 20 negli anziani e 10 su 20 nei giovani).
Le città metropolitane
Il Mezzogiorno, inoltre, in particolare nell’indice dei giovani risulta in buona compagnia delle città metropolitane, penalizzate dal caro-affitti: qui è Roma ad occupare la 107a posizione, accompagnata tra le ultime 20 classificate anche da Napoli (104), Milano (101) e Torino (90). In queste quattro grandi città i canoni d’affitto incidono per oltre il 30% sul reddito medio dichiarato dai residenti.
Teenager Accompagnati in tutto, tranne che negli ambienti digitali
Tra gli 11 e i 15 anni un ragazzo su tre (2 su 5 per i maschi) non svolge i compiti scolastici in autonomia. Meno del 40% va a fare attività sportiva da solo. E stringendo il focus sulle scuole medie (tra 11 e 13 anni) si scopre che solo il 33% dei ragazzi usa i mezzi pubblici e meno della metà (il 49,5%) va a scuola da solo, senza che un adulto lo accompagni. Il quadro di (scarsa) autonomia dei pre-adolescenti e adolescenti italiani cambia, però, nelle attività digitali: il 78,4% utilizza tablet o pc da soli, senza bisogno di essere accompagnati o supportati; l’80,5% lo smartphone. Chi immaginava genitori di preadolescenti e adolescenti alle prese con ragazzi arrabbiati, in preda alle ansie e alla solitudine – come, invece, è stato spesso raccontato dei ventenni – rimarrà sorpreso da alcune delle evidenze emerse dal sondaggio realizzato da Eumetra, su iniziativa del Polo Ricerche di Save the Children e del Sole 24 Ore. L’indagine, che ha coinvolto una platea di famiglie con figli tra gli 11 e i 15 anni (campione di 500 genitori rispondenti), punta a mettere in luce abitudini, interessi e preoccupazioni di una fascia d’età poco indagata dalle statistiche ufficiali, i teenager, attraverso lo sguardo dei loro genitori. La ricerca rappresenta così un primo passo concreto verso una comprensione più profonda – attraverso la voce dei genitori – della Generazione Alpha e della parte più giovane della Gen Z, ancora troppo spesso escluse dal dibattito pubblico e dalle rilevazioni statistiche.
«Per gli adolescenti – afferma Raffaela Milano, responsabile dell’area ricerca di Save the Children Italia – l’autonomia rappresenta un aspetto cruciale dello sviluppo dell’identità, serve ad accrescere l’autostima, la capacità di relazionarsi con gli altri e di gestire le proprie emozioni».