Mentre “lei” nasceva, Leonardo dipingeva la Gioconda, quando Luigi XIV diventava il Re Sole, “lei” diventava fertile. “Lei” è ancora viva e nuota nelle acque gelide del Nord Atlantico.
Non è una fake news, la notizia è apparsa sulla rivista Science del 2016.
La protagonista è una femmina di squalo della Groenlandia, il vertebrato più longevo del pianeta: un pesce poco conosciuto che una spedizione italiana è andato a cercare nelle acque fredde e ricoperte dai ghiacci della Groenlandia.
Il freddo rallenta il metabolismo e allunga la vita e grazie al freddo questo squalo può vivere 500 anni, ma di lui si sa poco perché è difficile incontrarlo proprio perché vive in un ambiente a noi ostile.
Io da trent’anni mi occupo di squali e ne ho incontrati tanti e di tante specie, ma il Somniosus mai. Anche perché non sono mai andato a cercarlo. E chi me lo faceva fare? Sono sempre stato un po’ matto, ma non tutto matto. Mi sono immerso tante volte in Alaska, un mare freddo come l’acqua che abbiamo in frigo, ma per incontrare il Somniosus occorre immergersi sotto ai ghiacci. E questa è tutta un’altra storia: cambiano attrezzature, precauzioni, procedure, pericoli.
Lo squalo della Groenlandia (Marco Bebi)
La spedizione italiana partita per cercare di incontrare lo squalo della Groenlandia ha superato tutti questi ostacoli. Sono il fior fiore dell’esplorazione che c’è oggi in Italia e sono anche un po’ tutti matti.
Hanno affrontato un’impresa ai confini del buon senso, soprattutto perché il rischio era di fare tanta fatica e poi non incontrare questo Matusalemme del mare. D’altronde agli animali del mare non si può dare l’appuntamento. È il rischio di chi esplora: cercare e non trovare. Loro invece hanno trovato e io sono felice per il loro successo.
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Lo squalo della Groenlandia (Marco Bebi)
Ho la fortuna di conoscere due dei protagonisti: Sergio Riccardo è il più bravo fotografo subacqueo italiano. Purtroppo non è un mio allievo, ma me ne sono fatto una ragione. Marco Bebi sa fare tutto o quasi, e fa tutto bene. Beato lui.
Questo team ci ha regalato immagini bellissime e anche se questo Matusalemme del mare ha la faccia da fesso, diciamolo, questa spedizione è importante e lascerà traccia.
D’altronde, senza la fotografia, il mondo sotto la superficie degli oceani rimarrebbe un mistero sconosciuto per la gran parte di noi.