Un paio di giorni fa, la commemorazione di Sergio Ramelli a Milano ha visto replicarsi ancora una volta la liturgia collettiva del “presente” che i movimenti neofascisti mettono in scena in queste occasioni: i militanti stretti in formazione militare, braccio teso nel saluto romano, urla in sincrono che si ripetono più volte.
Ora c’è un passo avanti nel procedimento penale attivato a Roma per una situazione analoga, la commemorazione della strage di Acca Larentia.
Dopo la chiusura indagini di 5 mesi fa e dopo aver ascoltato alcuni indagati, i pm della Procura di Roma hanno chiesto il rinvio a giudizio di 31 persone, tutte appartenenti a CasaPound, che effettuarono il saluto romano il 7 gennaio del 2024.
Agli indagati, conferma la procura della Capitale, sono contestate le violazioni delle leggi Scelba e Mancino che sanzionano frasi, gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitamento all’odio, l’incitamento alla violenza, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali.
La manifestazione ricordava il 47mo anniversario della strage davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano in via Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano a Roma, in cui due militanti del Fronte della Gioventù – la formazione giovanile del Movimento Sociale Italiano – furono uccisi da un commando di estremisti di sinistra e un terzo durante i successivi scontri con le forze dell’ordine. Hanno indagato la Digos della Questura e i Carabinieri, che hanno individuato alcuni dei protagonisti del rito fascista analizzando i video della manifestazione.