Imporre determinati obblighi ad Unicredit per limitare l’acquisizione di Bpm “potrebbe violare l’articolo 21 del Regolamento Ue sul Mercato interno”. La Commissione europea ha inviato una lettera all’Italia in cui esprime il suo parere preliminare sull’uso della cosiddetta ‘golden rule’, il decreto emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri del 18 aprile 2025.
La Commissione europea di fatto smonta le motivazioni addotte dal Governo per tentare di contrastare la scalata di Unicredit. Si parte dalle presunte esigenze di ‘sicurezza pubblica’: la Commissione ritiene che la giustificazione del Governo sia attualmente carente di motivazione e che il decreto avrebbe dovuto essere presentato a Bruxelles prima dell’attuazione.
La lettera della Commissione europea “rileva inoltre che il decreto potrebbe essere incompatibile con altre disposizioni del diritto dell’Ue, tra cui quelle sulla libera circolazione dei capitali e sulla vigilanza prudenziale da parte della Banca centrale europea. La valutazione preliminare invita l’Italia “a presentare le proprie osservazioni” e “in base alla risposta dell’Italia alla valutazione preliminare e alla sentenza del Tar, la Commissione valuterà i prossimi passi”.
La prima reazione da parte della maggioranza è del vicepremier Salvini, che in passato più si era speso per contrastare la scalata di Unicredit su Bpm: “Penso che l’Unione Europea abbia cose più importanti delle quali occuparsi ad esempio trattare con Usa. Quindi rompere le scatole al governo italiano su balneari, spiagge, motorini, auto elettriche e banche… Si occupi di poche cose, serie e lo faccia bene”. Le altre reazioni non tarderanno ad arrivare.