Un fine settimana di appuntamenti politici paralleli ha visto la segretaria del Pd, Elly Schlein, chiudere la festa nazionale dell’Unità a Reggio Emilia mentre, a Roma, il presidente del M5s, Giuseppe Conte, interveniva alla manifestazione organizzata dal Fatto Quotidiano. Tra i due leader si sono registrati segnali di apertura, ma anche differenze di impostazione.
Schlein ha rivolto un messaggio diretto al centrodestra: “Dico a Meloni: abituatevi, uniti e compatti vi batteremo, prima alle regionali e poi alle politiche. Non vi faremo più il favore di dividerci”.
“Abbiamo perseguito testardamente un obiettivo: unità, unità, unità – scandisce – Siamo orgogliosi di aver costruito un’alleanza di centrosinistra in tutte le Regioni al voto: non succedeva da 20 anni”, avverte nella settimana che proietta i partiti verso il primo appuntamento con le regionali, quello delle Marche.
Certo, ragiona la segretaria Pd, si tratta di “un cantiere aperto”, un “cammino faticoso e lastricato di difficoltà” ma, assicura “sono convinta che noi ce la faremo, che costruiremo passo passo l’alleanza progressista per battere le destre e cambiare questo Paese”.
La replica di Giorgia Meloni
La premier Giorgia Meloni ha replicato via social: “La differenza è semplice: noi siamo uniti da valori comuni e da una visione, loro solo dall’ossessione di battere noi”.
Schlein “bacchetta” gli alleati
Dal palco di Reggio Emilia, la segretaria dem ha invitato gli alleati a concentrarsi su obiettivi concreti ed evitare polemiche interne: “Ogni minuto speso in competizioni fra noi è un minuto in meno dedicato a pungolare il governo sulle sue mancanze”.
L’alleanza va costruita già da ora – questo è il messaggio – non si deve fare “l’errore di arrivare all’ultimo”. Elly Schlein parla per un’ora e mezza alla festa dell’Unità, l’ottantesima edizione.
Se stamattina Giuseppe Conte aveva ribadito “non siamo alleati”, tornando a rinviare a data da destinarsi la sigla di un vero patto di coalizione, la leader Pd risponde invece con una esortazione ad accelerare.
“E’ diverso: stiamo costruendo un progetto politico per mandare a casa Meloni. Il fatto di dichiararti preventivamente e di pregiudizialmente alleato rischia di indebolire se lavori a un progetto”.
“Alle altre forze di questa bella coalizione progressista dico: andiamo insieme a vincere le regionali e poi continuiamo a lavorare insieme, sui temi concreti”. La segretaria Pd insiste: “La nostra gente ci chiede unità e coerenza nel progetto. Diamoci il tempo giusto, non facciamo l’errore di arrivare all’ultimo, perché all’ultimo sappiamo che è tardi”.
Certo che si costruisce a partire dal progetto, ma sottolinea “abbiamo una buona base su cui ripartire. Non perdiamo tempo in competizioni tra di noi. Ogni minuto passato in polemiche nella coalizione progressista o in polemiche al nostro interno è un minuto in meno speso a inchiodare il governo sulle sue mancanze e sulle sue divisioni. Noi dobbiamo riaccendere la speranza degli italiani in un futuro migliore. Così sono certa che possiamo lavorare per vincere le prossime elezioni politiche”
Poi arrivano le “accuse” al governo, che “non ha visione” in economia, pronuncia “parole ipocrite” su Gaza, non interviene sul caro-bollette “perché non ha il coraggio di intaccare gli extra-profitti”, “ha preso 22 miliardi al ceto medio” attraverso il fiscal-drag ed è “intervenista solo sul risiko bancario, per favorire cordate considerate amiche” e “cerca sempre un capro espiatorio” nonostante sia insediato “ormai da tre anni”.
Alla festa nazionale dell’Unità, che secondo gli organizzatori ha richiamato circa duemila persone, hanno preso parte esponenti di diverse aree del Pd, tra cui Bonaccini, Simona Bonafé, Filippo Sensi, Graziano Delrio, Chiara Braga, Peppe Provenzano, Marco Sarracino, Laura Boldrini, Piero De Luca e Anna Rossomando.
Sul palco sono state esposte le bandiere della pace, dell’Ue, del Pd, delle Democratiche e anche quella della Palestina. L’apertura della manifestazione è stata segnata da un collegamento video con Arturo Scotto e l’eurodeputata Annalisa Corrado, imbarcati su una nave della Flotilla diretta a Gaza.