Il giorno dopo l’ennesimo scontro tra le toghe e la politica dai magistrati arriva l’invito al dialogo ma anche il netto messaggio al governo di “accettare le critiche”. Il presidente dell’Anm Cesare Parodi fa quadrato attorno al Pg di cassazione Raffaele Piccirillo, le cui parole di critica sulla gestione del caso Almasri sono state stigmatizzate dal ministro Nordio, e sottolinea come il ricorso della Procura di Palermo in cassazione contro l’assoluzione di Salvini, dopo il quale il ministro Nordio ha annunciato “rimedi” all’appellabilità delle sentenze di assoluzione, “è previsto dalla Costituzione”. Piccirillo, sottolinea il presidente del sindacato delle toghe, “non ha dato un giudizio di valori ma ha fatto una lunga serie di argomentazioni puntuali, che sono il sale della discussione e dell’interlocuzione”. E per quanto riguarda i pm palermitani ricorda che “hanno chiesto alla Cassazione di valutare l’interpretazione che il tribunale ha dato delle norme” che hanno portato all’assoluzione dell’ex ministro dell’interno. Insomma in altri termini, l’associazione invita il governo ad “accettare le critiche”, ribadendo la legittimità sia delle parole di Piccirillo che dell’iniziativa dei Pm di Palermo.
Francesco Paolo Sisto. Viceministro della giustizia (RaiNews)
In favore di Piccirillo poi gran parte dei consiglieri togati del Consiglio Superiore della Magistratura ha depositato la richiesta per l’apertura urgente di una pratica a tutela. “rispetto” e “dialogo” sono le parole usate anche dal procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, in una delle giornate simbolo della lotta alla mafia, l’anniversario della strage di via d’Amelio. Per il numero uno della Dna, “la ricerca dei nuovi equilibri sull’indipendenza della Magistratura è legittima”, ma “non può realizzarsi se non sostituendo al sospetto e alla sfiducia l’attenzione e il rispetto, e all’invettiva e alla contrapposizione il dialogo e la condivisione del comune senso di responsabilità”. Per Melillo, il rischio altrimenti “è che si consumi il tessuto istituzionale essenziale per la credibilità sia della magistratura che della politica”.

il Procuratore Nazionale Antimafia Giovanni Melillo (lapresse)
Sullo sfondo di uno scontro mai sedato la riforma della giustizia. Il numero uno di via Arenula ha annunciato interventi sull’appellabilità delle assoluzioni piene arrivate al termine del processo di primo grado. In base a quanto filtra, eventuali iniziative arriveranno solo dopo il 22 luglio, dopo il voto in senato sulla separazione delle carriere. All’attenzione dell’ufficio legislativo non c’è infatti al momento alcun atto su questo tema. Ed e’ proprio l’andamento della riforma, secondo esponenti di governo, il tema di fondo dello scontro. “C’è indubbiamente nervosismo in certa magistratura, inutile negarlo – afferma il viceministro alla giustizia, Francesco Paolo Sisto -. Il 22 ci sarà il voto al Senato, poi seguiranno le altre due letture che, essendo senza emendamenti, saranno certamente più agevoli. Così, a mio avviso, si spiegano alcune opinioni esageratamente agonistiche, dense di toni inutilmente polemici e ‘di sfida’”. Per i penalisti il clima potrà “causare danni ai cittadini, governati da un sistema giustizia sempre più usurato da impropri conflitti tra poteri dello stato”.