Pagavano i loro debiti di gioco fingendo di acquistare gioielli, Rolex e altri orologi di lusso i calciatori, una dozzina in tutto, coinvolti nell’inchiesta della Procura di Milano su un presunto giro di scommesse illecite. Al centro di questo nuovo scandalo che oggi ha portato la guardia di finanza a sequestrare oltre un milione e mezzo di euro c’è infatti una boutique di lusso nel cuore di Milano, la Elysium Luxury, gestita da una omonima società che veniva utilizzata per mascherare gli ingenti movimenti di denaro dei giocatori.
A mettere per primi gli inquirenti sulle tracce di questa esclusiva gioielleria di via Pergolesi erano stati Nicolò Fagioli e Sandro Tonali con le loro dichiarazioni ai magistrati torinesi che li hanno ascoltati tra il 2023 e il 2024. “Ho effettuato dei pagamenti acquistando degli orologi in un negozio a Milano in cui a volte mi sono recato… Ho acquistato quindici o venti orologi tipo Rolex. È stato Tommaso (De Giacomo, ndr) a indicarmi la gioielleria”, mettono a verbale i pm del capoluogo piemontese. Il centrocampista della Fiorentina, ma in prestito dalla Juventus, dichiara di avere comprato lì anche cinque o sei collane e sette o otto bracciali tennis, la fila di diamanti resa famosa dalla tennista americana Chris Evert che lo perse – e chiese al giudice di sospendere il gioco fino al suo recupero – durante una partita degli US Open nel 1987.
Dalle chat estrapolate dal telefono cellulare in uso a Fagioli, risulta anche che la sua carta di credito era custodita nella cassaforte della gioielleria in modo che De Giacomo, per gli inquirenti l’uomo a capo del presunto giro di scommesse, potesse utilizzarla per effettuare pagamenti presso la stessa gioielleria e rientrare, almeno in parte, dei debiti con lui.
Anche Sandro Tonali, nell’interrogatorio davanti ai magistrati subalpini dell’ottobre 2023, conferma questo ingegnoso sistema di pagamento, cui si affiancavano altre modalità. Come Revolut, istituto di credito regolamentato dalla Banca di Lituania, o l’accredito di denaro su carte PostePAY intestate a soggetti terzi tutti riconducibili a De Giacomo. I bonifici bancari, oltre che a favore della gioielleria, venivano effettuati anche su codici IBAN riconducibili ai medesimi soggetti destinatari degli accrediti su Revolut e PostePAY. E non mancava il caro vecchio denaro contante, che Tonali ha dichiarato ai magistrati di avere versato “settimanalmente” nelle mani di Tommy all’interno di un bar in zona San Siro.
Serie A nella bufera, 12 indagati per scommesse illegali, la gioielleria di copertura
Di Sala Notizie2 min di lettura
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