Passa dall’analisi di una serie di reperti la verità sull’omicidio di Anastasia Trofimova, la 28enne russa trovata morta a poca distanza dal corpo della figlia di circa un anno, a Villa Pamphili, il 7 giugno scorso. Per chi indaga si tratta di un duplice omicidio con un unico sospettato: Francis Kaufmann, 46enne californiano, bloccato sull’isola greca di Skiathos e attualmente detenuto nel carcere di Larissa, in attesa dell’estradizione sollecitata dai pm di Roma. Per gli inquirenti non ci sono dubbi sul fatto che Andromeda, la bambina di appena un anno – nata nel giugno del 2024 dalla relazione tra l’uomo e la donna – sia stata strangolata dal padre la sera prima del ritrovamento. Sul decesso di Anastasia, invece, restano ancora da accertare le cause. Gli investigatori chiedono dunque agli specialisti della Scientifica risposte sul materiale rinvenuto nell’area verde, a partire da un telo di plastica nero lasciato sul corpo nudo della donna.
Prosegue senza sosta la caccia all’appartamento dove la madre e la figlia trovati morti a Villa Pamphili avrebbero vissuto con il presunto killer dopo il loro arrivo a Roma, da Malta. Gli inquirenti ipotizzano che l’alloggio non fosse stato regolarmente registrato e che il proprietario, temendo sanzioni o accuse di favoreggiamento, abbia scelto il silenzio. Intanto, emergono dettagli preoccupanti sul passato di Francis Kaufmann. Il suo certificato penale parla di cinque arresti per aggressione e violenza domestica, oltre a una condanna a 120 giorni per aggressione con un’arma catalogata negli Usa come ‘letale’. Gli investigatori ascolteranno anche la madre di Anastasia, a cui la giovane aveva scritto il 2 giugno spiegandole che aveva spesso dei frequenti litigi con Kaufmann. La donna starebbe valutando di costituirsi parte civile nel processo, per chiedere risarcimenti non solo all’imputato ma anche a eventuali responsabili civili.