Sito sessista, iI nickname e la società di pubblicità: chi è Vittorio Vitiello

ANSA-BOX/I nickname e la società di pubblicità, chi è Vitiello Residente a Firenze, si occupa di eventi e pubblicità (ANSA) – ROMA, 02 SET – Amministratore unico in Italia di unasocietà che si occupa di “campagne pubblicitarie” e presuntogestore del sito sessista Phica.eu dove venivano pubblicate,senza autorizzazione, foto rubate anche ad attrici, influencer epolitiche. Si sarebbe nascosto dietro i nickname ‘Phicamaster’ e’Bossmiao’  per gestire in anonimato la piattaforma, che siappoggiava su server stranieri. Il suo nome, Vittorio Vitiello,è stato rivelato oggi dal Domani.   A condurre alla sua identità ha contribuito anche la denunciadella sindaca di Firenze, Sara Funaro, finita a sua insaputasulla piattaforma online. Il 45enne, originario di Pompei maresidente nel capoluogo toscano, è amministratore della LupottoSrls, società che si occupa “di campagne pubblicitarie” e”organizzazione di eventi con l’ausilio di social network el’utilizzo anche di attraverso influencer”.  Il quarantacinquenne è stato già ascoltato a Firenze e pareche il suo nome non sia nuovo agli investigatori della poliziaPostale. Alcuni anni fa, nel 2019, sarebbero stati effettuati sudi lui accertamenti, sempre nell’ambito della diffusione di fotodi personaggi pubblici.Intanto sulla homepage del sito Phica, dove i contenuti sonostati rimossi nei giorni scorsi ma restano ancora pop uppornografici, è stato pubblicato un nuovo avviso da parte degliamministratori.  “Tutte le discussioni sono rimosse e adisposizione delle autorità competenti in caso di denuncia, conlog e informazioni” viene spiegato. Poi sono indicati dueindirizzi email: uno “per comunicazioni delle forze dell’ordine”e l’altro per rimuovere l’account.A seguire un lunghissimo post in cui l’adm smentisce”ufficialmente le accuse di estorsione”. Nel messaggio,corredato da una serie di screenshot di conversazioni, ricostruisce la vicenda iniziata a dicembre del 2023 quando unutente ha chiesto la rimozione di un messaggio fino allepolemiche con minacce di denunce. Nel testo il gestore rivendicala legalità del suo operato, distinguendo tra “lavoro” e”morale”.