Il direttivo del Partito catalanista Junts per Catalunya, presieduto da Carles Puigdemont, riunito oggi a Perpignan, ha deciso all’unanimità di interrompere l’accordo di governo siglato due anni fa a Bruxelles per la fiducia al premier Pedro Sanchez. Lo hanno annunciato fonti di Junts, riprese dai media spagnoli, fra i quali l’emittente pubblica Tve, al termine della riunione, a cui hanno partecipato una cinquantina di componenti dell’organo di direzione. Le stesse fonti hanno annunciato alle 17 una conferenza stampa di Puigdemont per spiegare più in dettaglio le motivazioni e se la decisione sarà sottoposta a referendum dei militanti del partito.
Al termine della riunione, durata tre ore e mezza, la posizione di rottura, difesa da Puigdemont con la motivazione che le promesse contenute nel patto con l’esecutivo progressista Psoe-Sumar non sono state mantenute, è stata sostenuta dal voto unanime dei componenti del direttivo. In principio la rottura deve essere avallata in un referendum dagli iscritti al partito catalanista, che a suo tempo avevano ratificato l’accordo. Ma la circostanza dovrà essere chiarita dallo stesso Puigemont nella conferenza stampa prevista nel pomeriggio.
Al centro dell’accordo di governo con Psoe e Sumar, la legge di amnistia per i leader indipendentisti catalani, sotto processo in seguito alla frattura con il governo di Madrid per il referendum sull’indipendenza di Barcellona nel 2017. Legge puntualmente approvata dal governo Sanchez.
La crisi aggrava l’incertezza sulla tenuta nella legislatura del governo socialista, al suo terzo mandato, e che puntava ad approvare la legge di bilancio 2026, dopo due esercizi di proroga dall’ultima, approvata nel 2023. Il premier ha più volte assicurato che avrebbe portato la legislatura alla sua fine naturale, nel 2027. Ma il cammino diventa ancora più complicato senza l’appoggio dei 7 deputati di Junts, decisivi per la maggioranza al Congresso.
I socialisti intanto ostentano “tranquillità”
In attesa delle spiegazioni sulla rottura, il governo spagnolo resta “tranquillo” e “con la mano tesa” a tutte le forze politiche, come ha fatto dall’inizio della legislatura, assicura la vicepremier con delega alle finanze e n°2 del Psoe, Maria Jesus Montero, in dichiarazioni all’emittente pubblica Tve. “Siamo tranquilli” ha assicurato Montero, convinta che “si troveranno punti di incontro” con la forza indipendentista catalana, perché l’alternativa all’esecutivo di coalizione progressista Psoe-Sumar “è un governo del Partido Popular e di Vox”.
“Dialogo, mano tesa in questa relazione che abbiamo con Junts” ha dichiarato Montero. “Ci sono, come sempre, alti e bassi, momenti migliori e altri più in salita. Ma sono convinta che tutti insieme saremo capaci di superare questa situazione” ha rilevato la vicepremier, convinta che si riuscirà a chiarire la situazione. E a negoziare con Junts accordi puntuali sui singoli provvedimenti. Un messaggio di “serenità” è stato lanciato dalla portavoce dell’esecutivo federale socialista Montse Minguez, che, pur senza entrare nel merito della decisione di Junts, ha insistito sulla determinazione del Psoe di continuare a lavorare e negoziare, perché “vale la pena andare avanti”. “Vale la pena raggiungere accordi, come dimostrano i buoni dati economici”, ha evidenziato Minguez in conferenza stampa. “È buono per la Spagna e per la Catalogna” ha aggiunto dopo la riunione della commissione esecutiva federale socialista.
