La Ocean Viking della ong Sos Mediterranee con 87 migranti salvati a bordo è stata presa di mira per venti minuti dai colpi di fucile della guardia costiera libica. “Sebbene nessuno sia rimasto ferito, tutti a bordo hanno temuto per la propria vita” dice la ong spiegando che l’imbarcazione è stata bersaglio degli spari dopo aver fatto l’operazione di soccorso tra la notte di sabato e la mattina di domenica scorsi. La nave, inizialmente indirizzata verso Marina di Carrara e poi verso Siracusa, ha fatto rotta secondo le indicazioni delle autorità per il porto di Augusta.
La Ocean Viking, spiegano ancora da Sos Mediterranee, “era stata autorizzata dal centro di coordinamento italiano a interrompere la rotta verso il porto di sbarco assegnato e a cercare un’altra imbarcazione in difficoltà nelle acque internazionali. Mentre i nostri team erano impegnati nella ricerca del caso di soccorso – afferma Valeria Taurino, direttrice della Ong -, la nave è stata avvicinata dalla motovedetta libica, che ha illegalmente chiesto di lasciare la zona e dirigersi verso nord. L’informazione ci è stata fornita prima in inglese e poi in arabo. Il nostro mediatore culturale ha informato dal ponte che la Ocean Viking stava lasciando la zona. Tuttavia, senza alcun preavviso o ultimatum, due uomini a bordo della motovedetta hanno aperto il fuoco sulla nostra nave, iniziando un assalto durato almeno 20 minuti ininterrotti, direttamente contro di noi”.
I proiettili hanno causato fori all’altezza della testa dell’imbarcazione, la distruzione di diverse antenne e quattro finestre sul ponte. Diversi proiettili hanno colpito e danneggiato i tre motoscafi di soccorso veloci insieme ad altre attrezzature di soccorso. “Nel momento in cui i libici si sono avvicinati alla Ocean Viking – racconta Max Cavallari, fotografo freelance che si trovava a bordo – io stavo scattando alcune foto. Poi, zoomando, mi sono reso conto che loro ci stavano puntando i fucili addosso. Inizialmente non pensavo facessero sul serio. Poi invece sono iniziati gli spari. A quel punto – dice ancora Cavallari – ci siamo messi carponi e abbiamo iniziato a raggiungere un’area della nave più sicura”.