La Procura di Termini Imerese, che indaga sulla morte di 5 operai deceduti ieri a Casteldaccia durante i lavori di manutenzione alla rete fognaria, ha aperto un fascicolo, ancora a carico di ignoti, con l’ipotesi di omicidio colposo plurimo. L’indagine è coordinata dal procuratore Ambrogio Cartosio.
Gli operai, sette in tutto, erano impegnati in alcuni lavori di manutenzione di un impianto di sollevamento delle acque fognarie per conto dell’Amap, la società che gestisce le condotte idriche e fognarie a Palermo. Ad un certo punto alcuni di loro hanno cominciato ad accusare malori, verosimilmente a causa di una intossicazione da idrogeno solforato che provoca irritazioni alle vie respiratorie e soffocamento.
Uno di loro è riuscito a uscire dall’impianto e a dare l’allarme; gli altri sei sono rimasti intrappolati e sono svenuti a causa delle esalazioni. A soccorrerli sono stati i Vigili del fuoco e i sanitari del 118 che hanno provato a rianimarli sul posto. Per cinque non c’è stato nulla da fare; il sesto è stato trasferito d’urgenza al Policlinico dopo essere stato intubato.
“E’ un’immane tragedia. Siamo sconvolti. Cinque giovani che sono morti per un pezzo di pane. E’ inconcepibile”. Lo afferma il sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, che si è recato sul luogo della strage.
Che cosa è successo
Durante un ordinario intervento per la manutenzione della fogna, sollevando un tombino lungo la statale 113 che collega Casteldaccia a Palermo, tre dei sette operai presenti durante l’intervento, si sono calati all’interno del locale della fogna, profondo circa 5 metri. Subito dopo avere fatto i primi scalini, con la pompa ancora in mano, i tre si sono sentiti male perdendo i sensi.
Non sentendoli, altri due colleghi, sempre scendendo dal tombino, hanno raggiunto il solaio in cemento per capire cosa stesse succedendo, ma anche loro sono rimasti intrappolati: l’idrogeno solforato, dieci volte sopra il limite consentito, li ha storditi subito. Un sesto operaio che si trovava all’esterno si è precipitato per soccorrerli ma subito dopo avere inalato il gas killer è riuscito a risalire in superficie, salvandosi, anche se le sue condizioni sono gravi, ed è ricoverato al Policlinico di Palermo. Il settimo operaio è riuscito a dare l’allarme.
Gli operai non avevano maschere e altri dispositivi previsti dalla legge
“Se fossero state prese tutte le precauzioni del caso, se gli operai avessero avuto le maschere protettive e i presidi necessari, tutto questo non sarebbe successo”, ha detto il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo Girolamo Bentivoglio Fiandra. Bentivoglio ha confermato che a uccidere gli operai sono state esalazioni di idrogeno solforato e ha escluso che ci sia stato un crollo all’interno delle fognature come precedentemente ipotizzato.
Secondo quanto hanno accertato i soccorritori nessuna delle vittime indossava la mascherina di protezione. “È una cosa assurda, l’odore era tale che non è comprensibile come non si siano protetti”, ha detto il presidente di Amap Alessandro Di Martino.
Ma oltre a non avere le maschere con filtro, come rilevato dai Vigili del fuoco, i cinque operai sarebbero stati sprovvisti di tutti gli altri dispositivi di sicurezza obbligatori per legge quando si agisce in un ambiente confinato. Per operare in questi spazi è necessario inoltre utilizzare, prima di addentrarsi, il gas alert, un dispositivo che permette di rilevare inquinanti, quello che è stato utilizzato dai Vigili del fuoco prima di intervenire nella fogna. Proprio questo strumento ha rilevato la presenza diidrogeno solforato in quantità dieci volte superiore al limite di sicurezza: è un gas prodotto dalla degradazione batterica, incolore ed estremamente tossico poiché irritante e asfissiante.
Il contratto d’appalto prevedeva aspirazione liquami con auto spurgo
Non sarebbero dovuti scendere all’interno della stazione di sollevamento i cinque operai morti ieri. Il contratto di appalto stipulato con Amap, la municipalizzata che aveva dato alla loro ditta, la Quadrifoglio group, l’appalto dei lavori, prevedeva che l’aspirazione dei liquami avvenisse dalla superficie attraverso un autospurgo e che il personale non scendesse sottoterra. Questo spiega perché nessuna delle vittime indossava la mascherina né aveva il gas alert, un apparecchio che misura la concentrazione dell’idrogenosolforato, il gas che poi li ha uccisi. Non è chiaro, dunque, perché i cinque siano scesi all’interno della stazione di sollevamento né cosa sia accaduto dopo. L’ipotesi che si sia rotto un tubo da cui poi è fuoriuscito il gas è smentita dai vigili del fuoco, mentre non si esclude che gli operai abbiano potuto aprire una paratia che sarebbe dovuta restare chiusa. L’ambiente infatti, in condizioni normali, è a tenuta stagna.
Intanto, dopo avere appreso la notizia della morte dei suoi operai, Antonio Di Salvo, 67 anni, titolare della Quadrifoglio Srl, sta rientrando in Sicilia dagli Stati Uniti dove si trova per il matrimonio di un familiare. Il suo socio, Epifanio Alsazia, è una delle cinque vittime.
Interrogati il direttore dei lavori e il responsabile sicurezza Amap
Subito dopo il drammatico incidente sul lavoro, investigatori si sono recati nella sede della Quadrifoglio Srl, la ditta di Partinico (Trapani) che si è aggiudicata dall’Amap di Palermo i lavori di manutenzione della rete fognaria: stanno accertando se gli operai siano stati formati, come prevede la legge, per lavorare negli ambienti confinati e acquisire le eventuali certificazioni. Sono stati interrogati il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza e si sta verificando se, come prevede la normativa, il preposto fosse presente al momento della lavorazione finita in tragedia. Difronte alle inadempienze sulla sicurezza scatta il reato penale per il datore di lavoro.
Le vittime
Le vittime sono Epifanio Alsazia, 71 anni di Partinico, contitolare della ditta Quadrifoglio group srl, che aveva vinto l’appalto dell’Amap, l’azienda di Palermo, per i lavori di manutenzione della vasca fognaria della zona orientale di Casteldaccia; Giuseppe Miraglia di 47 anni originario di San Cipirrello (Palermo), Roberto Raneri di 51 anni di Alcamo (Trapani), Ignazio Giordano di 59 anni e Giuseppe La Barbera, 26 anni, lavoratore interinale dell’Amap, la stazione appaltante.
Un sesto operaio, Domenico Viola, 62 anni, è grave ed è ricoverato al Policlinico di Palermo. Altri tre operai l’hanno scampata, non si sono calati nel tunnel col gas killer: Giovanni D’Aleo, di 44 anni, Giuseppe Scavuzzo, di 39 anni, e Paolo Sciortino, di 35 anni, sono stati portati nell’ospedale di Termini Imerese (Palermo) per precauzione, sono sotto shock ma senza particolari problemi.
“E’ una grandissima tragedia, non riesco a comprendere ancoracosa possa essere successo durante l’intervento. Sono operai che sanno quello che fanno, non credo che possano essere stati sopraffatti dalle esalazioni”, dice Pietro Rao, sindaco di Partinico, che si è recato in via Milano, sede della società Quadrifoglio Group dove erano impiegate quattro delle vittime di Casteldaccia.
I lavori lungo la strada statale 113 erano stati predisposti a seguito delle ripetute segnalazioni degli ultimi giorni sulle anomalie della rete fognaria, nel tratto tra l’intersezione convia della Rotonda e la stazione di sollevamento denominata “Vini Corvo”.
Sciopero genenerale organizzato dai sindacati davanti alla Prefettura di Palermo dopo la tragedia di Casteldaccia, Palermo, 07 maggio 2024
Sindacati: sciopero e sit-in davanti prefettura Palermo
“Siamo sconvolti, proviamo un senso profondo di dolore e di sconfitta ogni volta che accadono questi gravissimi episodi, e oggi ad essere sconfitto è tutto il sistema che dovrebbe occuparsi della prevenzione e della tutela della salute dei lavoratori. Il mondo del lavoro palermitano paga oggi un altissimo e carissimo prezzo nella battaglia per la sicurezza sul lavoro. Non possiamo credere che altri cinque lavoratori stasera non faranno rientro a casa, questa tragedia immane ci lascia sgomenti”. Ad affermarlo sono i segretari generali di Cgil Cisl Palermo, Mario Ridulfo, Leonardo La Piana e per la segreteria Uil Sicilia Ignazio Baudo, che annunciano cosi la prima reazione dei sindacati confederali, che sarà lo sciopero generale per le prime quattro ore ad inizio turno dei lavoratori del territorio palermitano per la giornata di oggi, e un sit in che si terrà contestualmente dalle 9 davanti la Prefettura in via Cavour a Palermo. È stata dunque la decisione assunta dai sindacati confederali, dopo aver appreso della strage di Casteldaccia in cui cinque operai, di cui uno interinale di Amap e quattro di una ditta esterna in appalto di Partinico, sono morti perché rimasti intrappolati nei cunicoli dell’impianto di sollevamento delle acque reflue dell’Azienda municipale acquedotti. Un altro risulta gravemente ferito. “Viviamo con le loro famiglie ore di angoscia e disperazione – proseguono – chiederemo a gran voce che venga fatta chiarezza sulla dinamica, come siam certi si stanno gia adoperando le forze dell’ordine e la magistratura per capire se questa assurda immane tragedia poteva essere evitata. Ogni azienda ogni realtà produttiva, deve porre come prioritaria rispetto a qualunque altro obiettivo la vita dei lavoratori”, concludono i sindacati.