Paolo Bellini, ex esponente del movimento di Avanguardia Nazionale, sarebbe stato colpito a un braccio durante la sua detenzione nel carcere di Cagliari.
Condannato in via definitiva all’ergastolo con l’accusa di concorso nella strage di Bologna del 2 agosto 1980, in cui morirono 85 persone e oltre 200 rimasero ferite, il militante neofascista ha contattato il suo legale, l’avvocato Capitella, per denunciare il fatto: “Ho ricevuto una sua chiamata e mi ha detto che qualche giorno fa è stato aggredito in carcere con uno strumento, uno spazzolino da denti affilato come un coltello; è riuscito a schivare il colpo, ma è stato preso al braccio ed è stato medicato”.
Secondo il racconto del suo assistito, sottolinea l’avvocato, sarebbe stato colpito da un altro detenuto “che non conosceva, in un corridoio all’interno della sezione. Si è avvicinato e gli ha sferrato un colpo per prenderlo al viso, ma Bellini è riuscito a schivarlo ed è stato preso al braccio. E’ stato ferito in maniera lieve, ma queste sono avvisaglie”.
Paolo Bellini è stato condannato nel 2022 all’ergastolo in primo grado dalla corte d’assise di Bologna come uno degli esecutori materiali della strage, quindi arrestato e portato in carcere nel luglio del 2023. La sentenza è stata confermata in secondo grado l’anno successivo e poi, ancora, in Cassazione lo scorso primo luglio, blindando così la versione sui responsabili dell’attentato: non solo i Nar ma tutti i movimenti della destra estremista dell’epoca, consolidati da fiumi di denaro, sottratti dalla P2 di Licio Gelli al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, con la copertura dei servizi deviati. L’impostazione di cui fin dall’inizio è stata certa la Procura generale, che nel 2017 avocò le indagini sui cosiddetti ‘mandanti’.
Anniversario strage di Bologna (Rai)
“È una aggressione che certamente ci preoccupa”, al di là della ferita lieve, “lui è in un carcere per detenuti comuni ma dovrebbe stare” in un istituto penitenziario “per collaboratori”, continua il legale. “Gli avevamo appena mandato delega per inviare l’istanza di trasferimento. Lo vorremmo portare in un carcere per collaboratori, la sede preferita sarebbe Campobasso, poi se lo mandano altrove va bene lo stesso purché sia per collaboratori”. Bellini “non fa vita comune per prudenza. Negli anni con le sue dichiarazioni ha mandato all’ergastolo una trentina di persone…”, di qui l’urgenza, per il suo avvocato, di un trasferimento.