La Procura di Ivrea ha chiuso l’inchiesta sulla strage di Brandizzo, l’incidente ferroviario del 31 agosto 2023 in cui persero la vita 5 operai impegnati sui binari vicino alla stazione. Le accuse, a vario titolo, sono di omicidio e disastro ferroviario colposo. Sono 21 le persone che hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagine, e quindi potrebbero finire a processo per la morte dei lavoratori, tra loro l’ex amministratore delegato di Rfi (ora ad di Trenitalia) Gianpiero Strisciuglio, l’ex ad Vera Fiorani, e i due sopravvissuti alla strage, Antonio Massa, caposcorta e dipendente Rfi, Andrea Girardin Gibin, dipendente della società Sigifer, cioè la società per cui lavoravano i cinque. Loro avevano il coordinamento dell’intervento di manutenzione e avrebbero permesso di fare i lavori sui binari anche se la circolazione dei treni non era stata interrotta. Oltre a questi 21 l’avviso di chiusura indagine coinvolge anche la società pubblica Rfi, alla ditta appaltante Clf e la Sigifer, quella per cui lavoravano le vittime.
L’inchiesta si chiude quasi due anni dopo la strage e con un lavoro enorme della procura di Ivrea, una di quelle con meno personale in Italia. La procuratrice capo, Gabriella Viglione, che ha tenuto il coordinamento dell’indagine ha cercato di convogliare le poche risorse disponibili per dara una risposta alla richiesta di giustizia e verità su quanto avvenuto quella notte che da più parti è arrivata in questi anni, a partire dai parenti delle cinque vittime.