
Andare in pensione sarà più difficile. O forse no.
Dopo l’improvviso quanto controverso inasprimento delle norme previdenziali, contenuto nel maxi-emendamento alla manovra, il governo fa un repentino dietrofront. La Lega fa muro e Giorgia Meloni interviene in Aula per annunciare “correzioni” alla stretta che aveva sollevato un polverone di polemiche sia tra le fila della maggioranza sia tra quelle dell’opposizione.
Il nucleo della contesa riguarda in particolare il riscatto della laurea, che il testo dell’emendamento rendeva molto meno conveniente. Il governo ora sembra voler eliminare i tagli retroattivi ipotizzati, affidando al ministero dell’Economia e delle Finanze il compito di riformulare il testo.
La vicenda ripropone la questione delle cosiddette “manine”: quelle dei tecnici ministeriali accusati di inserire norme impopolari “all’insaputa” dei vertici politici, talvolta invece capri espiatori delle divisioni in maggioranza. Esponenti di rilievo della Lega, come Claudio Borghi e Armando Siri, puntano ora il dito contro lo zelo eccessivo di alcuni funzionari. Forza Italia, pur con toni più cauti, chiede un confronto approfondito sull’impatto di provvedimenti che avrebbero dovuto produrre effetti a partire dal 2030.
una coppia di anziani (Pixabay)
Le opposizioni reagiscono con estrema durezza, definendo la manovra un vero e proprio furto ai danni di giovani e anziani.
Elly Schlein ha espresso parole di sdegno, mentre il Movimento Cinque Stelle ha bollato come surreale l’atteggiamento della Lega, rea di accusare i burocrati nonostante la guida del ministero dell’Economia appartenga a un loro esponente.
Anche Matteo Renzi critica le modalità della comunicazione istituzionale, ritenendo che l’annuncio di una modifica legislativa durante una replica in Aula rappresenti un segnale di scarso rispetto nei confronti del Parlamento.
Nonostante le tensioni, il superamento di questo ostacolo sembra accelerare l’iter della legge di bilancio, benché il calendario resti estremamente compresso. Il percorso prevede la discussione in Senato all’inizio della prossima settimana per poi giungere alla Camera dei Deputati tra Natale e Capodanno, con l’obiettivo di ottenere il via libera definitivo entro il trenta dicembre.
Parallelamente, il lavoro nelle commissioni prosegue con l’approvazione di emendamenti che riguardano principalmente gli enti locali, i piani finanziari per la raccolta dei rifiuti e lo stanziamento di fondi per le zone colpite dal sisma in Umbria e nelle Marche.
Conte, Schlein, Fratoianni (Rainews.it)
15/02/2025
Restano invece in bilico altre proposte che avevano animato il confronto nei giorni precedenti.
È stato infatti ritirato l’emendamento che proponeva l’innalzamento del tetto al contante a diecimila euro e sembra destinata al tramonto anche l’ipotesi di una nuova tassazione sull’oro. Al contrario, all’interno della maggioranza si ritiene che possano avere maggiori possibilità di successo le proposte relative a nuovi provvedimenti di condono.
La sfida del governo resta ora quella di blindare il testo definitivo per evitare ulteriori intoppi in una corsa contro il tempo che non ammette ulteriori margini di errore.