Questa mattina si è svolta a Roma la conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) presieduta dalla presidente e rettrice della Bicocca, Giovanna Iannantuoni. Il tema dell’incontro, già previsto da tempo, la discussione di un documento sulla sicurezza negli atenei messo a punto da alcune settimane da un gruppo di rettori dopo le proteste contro gli accordi di collaborazione con le università di Israele.
Intanto questa mattina la Senato la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini in audizione ha dichiarato: “I disordini della Sapienza non li classifico come libera manifestazione di un pensiero critico, sono violenze critiche e verbali. Ho chiesto al ministro Piantedosi di convocare un comitato per l’Ordine e la sicurezza dedicato alle proteste nelle università, chiedendo che si potesse rappresentare ai rettori quello che sta succedendo. Mai militarizzazione nelle università ma mai lassismo, voglio ribadire. Per poter protestare bisogna saper ascoltare. Sì alla contestazione ma no alla violenza”. “Il nostro obiettivo è evitare che il margine delle contestazioni” nelle università “esondi o che le cose non vengano chiamate con il loro nome”. Ha detto la ministra nel corso dell’audizione davanti alla commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza del Senato. “I reati sono reati, gli studenti sono studenti, i rappresentanti dei centri sociali sono rappresentanti dei centri sociali, gli anarchici sono anarchici”, ha aggiunto.
Studenti in catene alla Sapienza, 17 04 2024
Le proteste continuano, studenti incatenati e in sciopero della fame. Polizia: in piazza anche militanti anarchici
All’università La Sapienza di Roma prosegue lo sciopero della fame di alcuni studenti, iniziato ieri, contro gli accordi siglati dall’ateneo con le istituzioni accademiche e di ricerca israeliane. “Continuiamo ad oltranza”, ribadiscono gli studenti, che si sono anche incatenati sotto il Rettorato. Oggi alle ore 18 al “pratone” della Città universitaria è prevista un’assemblea aperta con studenti, docenti e ricercatori, cui è stata invitata la rettrice Antonella Polimeni. Secondo la polizia c’erano anche alcuni anarchici e personaggi legati alle organizzazioni di resistenza palestinese in Italia all’università La Sapienza di Roma, durante gli scontri tra gli studenti universitari e le forze di polizia in occasione della riunione del Cda e del Senato accademico, del 16 aprile. Al corteo, che si è svolto all’interno della città universitaria prima delle tensioni davanti al Rettorato, erano infatti presenti, si apprende da fonti qualificate, almeno cinque anarchici “estranei ai contesti universitari” e un palestinese. Quest’ultimo, che è tra coloro che si sono avvicendati negli interventi davanti al Rettorato, fa parte dell’Unione democratica arabo palestinese (Udac),un’associazione nata agli inizi degli anni duemila che riunisce gli attivisti palestinesi nel nostro paese.
I Rettori: “Ascoltare i giovani, università veicolo di pace”
“L’impegno a promuovere una cultura della pace e dei diritti umani non può che avvenire mediante iniziative culturali e di ricerca, di educazione e di informazione. In particolare, le università possono rappresentare, attraverso un’azione di diplomazia scientifica, un veicolo per la costruzione della pace tra i popoli”. È quanto scrive la Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) nel documento “Buone prassi principi e proposte per affrontare nelle università italiane le tematiche delle crisi internazionali e umanitarie”, approvato oggi dalla Giunta CRUI. “Dopo gli anni della pandemia il nostro Paese sta vivendo un periodo di forte incertezza a causa di conflitti che cambiano velocemente, e con i mezzi peggiori, lo scenario internazionale. La mobilitazione di tante e tanti, a cominciare dalle studentesse e dagli studenti universitari, deve farci riflettere. Come per la tutela dell’ambiente, anche contro la guerra i giovani ci chiedono di assumerci delle responsabilità. Questa istanza non può rimanere inascoltata. Essa ci interpella sul ruolo che le università devono avere. Ruolo che – si legge ancora nel documento – non è soltanto quello di preparare i lavoratori del futuro, ma innanzitutto di formare persone dotate di capacità critica, di profondità di pensiero, di visione, di storia, nella cornice dei valori consacrati nella nostra Costituzione e sui quali si fonda la nostra convivenza”. “In conformità ai principi costituzionali ed alle norme internazionali, che riconoscono i diritti innati delle persone umane, che sanciscono il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e che promuovono la cooperazione fra i popoli, appare necessario ribadire che la pace è un diritto fondamentale della persona e dei popoli. Così come il collegamento ‘tra gli Atenei di tutti i Paesi al di sopra dei confini e al di sopra dei conflitti fra gli Stati’, come ha ribadito il Presidente Mattarella nei giorni scorsi all’Università di Trieste: ‘Se si recide questo collegamento – ha proseguito – questo prezioso scambio di riflessioni, di collaborazioni, di esperienze, non si aiutano i diritti, non si aiuta la libertà né la pace, ma si indebolisce la forza del dibattito, della critica, del dissenso'”.