Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà della Curva Nord dell’Inter, è stato assassinato il 29 ottobre 2022 a Milano, in un agguato davanti alla sua abitazione nel quartiere Figino. L’uomo, 69 anni, pluripregiudicato con un passato criminale di oltre 26 anni di carcere per reati come traffico di droga, rapina e associazione a delinquere, è stato freddato con cinque colpi di pistola da due killer in moto, uno dei quali mortale al collo. La vicenda ha scosso il mondo del tifo organizzato e rivelato le intricate connessioni tra ultras e criminalità.
Boiocchi era una figura centrale nella Curva Nord, ma anche un personaggio controverso, legato a estorsioni e affari illeciti intorno a San Siro, come la gestione di parcheggi e biglietti. Il suo omicidio, secondo le indagini, è maturato in un contesto di rivalità interne alla curva e lotte di potere per il controllo di attività lucrative. Le autorità hanno individuato come mandante Andrea Beretta, ex leader ultras e collaboratore di giustizia, che ha confessato il suo ruolo, indicando altri complici.
Oggi la Polizia di Stato, su disposizione della Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone accusate a vario titolo di essere promotori, mandanti ed esecutori dell’omicidio di Vittorio Boiocchi. I due presunti esecutori materiali, italiani di 41 e 30 anni, sono stati arrestati rispettivamente in provincia di Vibo Valentia e nella città bulgara di Sveti Vlas. In particolare, il 30enne è stato individuato e fermato dalla polizia bulgara al termine di quattro giorni di ricerche coordinate dal Servizio Centrale Operativo, con il supporto della Divisione SIRENE del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e dell’Esperto per la Sicurezza a Sofia.
Le altre quattro misure cautelari sono state notificate a tre italiani di 40, 50 e 62 anni, già detenuti nell’ambito dell’indagine “Doppia Curva“, e a un 51enne arrestato successivamente, in riscontro alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Andrea Beretta. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e dalla SISCO di Milano, hanno confermato l’ipotesi investigativa iniziale: l’omicidio sarebbe stato un atto strategico interno alle dinamiche del tifo organizzato nerazzurro, legato a dissidi sulla gestione e spartizione dei proventi – anche illeciti – generati dalle attività collegate allo stadio.
Secondo quanto riferito da Beretta, mandante del delitto, l’omicidio sarebbe stato commissionato per un compenso complessivo di 50mila euro. Il provvedimento contesta agli indagati anche l’aggravante del metodo mafioso. L’operazione rientra nel più ampio contesto investigativo del progetto “Doppia Curva“, che ha già colpito le frange estreme del tifo organizzato di Milan e Inter. Il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità degli indagati sarà accertata solo con sentenza definitiva.