“Le parole della nuova amministrazione Usa sono sempre forti, c’è qualche crepa nel rapporto tra Trump e Zelensky” ma “è nel nostro interesse che la situazione si calmi e si arrivi alla pace, non soffermiamoci sulle parole”: così il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio 24. “Non è un linguaggio che ci appartiene”, ha affermato il vicepremier e occorre “tenere i nervi saldi” perché “schermaglie ci sono e ci saranno”, ha continuato il ministro. “Trump ha usato parole dure probabilmente perché non ha gradito la reazione di Zelensky all’incontro Usa-Russia in Arabia Saudita ma “non facciamoci prendere dalla cronaca”, aggiunge. “Ora bisogna andare oltre lo scontro verbale, aggiunge il vicepremier, e “lavorare per raggiungere l’obiettivo che è quello della pace” ha ribadito il ministro degli Esteri.
Sull‘ipotesi avanzata dal premier britannico Starmer di 30mila soldati europei, Tajani commenta: “Credo che sarebbe meglio avere una forza delle Nazioni unite in modo da poter veramente garantire una situazione di interposizione in una zona neutra tra Ucraina e Russia, sarebbe meglio avere un’area neutra dove l’Italia potrebbe anche avere una forza militare ma sotto la garanzia dell’Onu”. E in una eventuale “zona cuscinetto ci sarebbero forze di paesi diversi, servirebbero almeno 200mila uomini. Non siamo in guerra con la Russia ma difendiamo il diritto dell’Ucraina alla sicurezza, serve prudenza e attenzione e vedere qual è lo strumento migliore per la pace”, ha spiegato il vicepremier perché “l’obiettivo è la pace non un braccio di ferro con la Russia, se serve una deterrenza militare va bene, ma deve essere neutrale, tipo Unifil in Libano”, ha aggiunto.