Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha dichiarato di essere pronto a stipulare accordi con i Paesi che cercano di evitare le tariffe statunitensi, ma ha sottolineato che questi accordi dovranno essere negoziati solo dopo che la sua amministrazione farà partire le tariffe il 2 aprile. Parlando con i giornalisti del pool al seguito a bordo dell’Air Force One, Trump ha confermato che presto annuncerà tariffe che colpiranno l’industria farmaceutica, ma non ha indicato né i tempi né le aliquote. Il presidente ha aggiunto che alcuni Paesi, tra cui la Gran Bretagna, hanno avviato negoziati con la Casa Bianca per raggiungere un accordo ed evitare una guerra commerciale.
Il primo ministro britannico Keir Starmer. In corso trattative commerciali per evitare i dazi tra Usa e Regno Unito (Leon Neal / POOL / AFP)
29/03/2025
“Vogliono fare accordi – ha spiegato ai giornalisti -, tutti vogliono un accordo con noi. E’ possibile, se possiamo ottenere qualcosa in cambio”. “Ma sì – ha risposto a una domanda sulla disponibilità a un’intesa -, sono certamente aperto a questo. Se possiamo fare qualcosa da cui possiamo trarre vantaggio”. Trump ha però escluso che gli accordi possano essere raggiunti prima del 2 aprile, giorno in cui scatteranno le nuove tariffe sulle importazioni negli Stati Uniti. Trump ha anche ribadito l’intenzione di annunciare dazi sul settore farmaceutico. Il presidente ha rifiutato di fornire un’aliquota specifica per questi dazi ma ha detto che saranno “sufficienti per far in modo che i farmaci e le aziende farmaceutiche portino i loro prodotti nel nostro Paese. Non vogliamo mai dover dipendere da altri Paesi, come abbiamo fatto durante la Covid”.

Wall Street (GettyImages)
29/03/2025
Intanto ha chiuso in rosso la Borsa di New York. L’indice Dow Jones in calo dell’1,69% a 41.583 punti, l’S&P 500 perde il 2,02% a 5.578 punti e il Nasdaq lascia sul terreno il 2,7% a 17.322. Gli investitori sono influenzati dall’evoluzione dai dazi statunitensi. Inoltre sul sentiment dei trader pesa il crollo della fiducia dei consumatori Usa a marzo, a 57 punti, in flessione rispetto ai 64,7 di febbraio e sotto le attese degli analisti, a 57,9.
L’indice, misurato dall’Università del Michigan, rappresenta il terzo calo consecutivo, ed è il valore più basso da novembre 2022. Inoltre non bisogna dimenticare l’indice core Pce (l’indice della spesa per consumi personali al netto di alimentari ed energia ndr) che a livello congiunturale è salito allo 0,4% dallo 0,3% del mese precedente e oltre le attese degli analisti (+0,3%). Anche a livello tendenziale l’indice è salito al 2,8% dal 2,7% del mese precedente e sopra le attese (+2,7%).