Il presidente Usa Donald Trump, ancora impantanato nelle polemiche sulla gestione da parte della sua amministrazione dei casi di Jeffrey Epstein , domenica ha pubblicato sulla sua piattaforma Truth Social un video generato con l’intelligenza artificiale in cui Obama dichiara durante un comizio che “nessuno è al di sopra della legge”.
Lo si vede poi ammanettato dalle forze dell’ordine durante un incontro nello Studio Ovale con un Trump sorridente, girato utilizzando riprese reali dei due uomini durante l’incontro alla Casa Bianca nel novembre 2016, quando il repubblicano era presidente eletto e Obama stava per lasciare l’incarico.
Il democratico viene poi portato via e successivamente visto indossare una tuta arancione in una prigione federale, il tutto con la colonna sonora dell’inno disco degli anni ’70 dei Village People “YMCA”, che è diventato il tema musicale personale del tycoon.
Trump ha risposto ai commenti fatti dalla direttrice dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard, che è apparsa nel programma Sunday Morning Futures di Maria Bartiromo su Fox News durante il fine settimana, e ha accusato Obama di aver orchestrato un “colpo di stato lungo anni” per tenere Trump lontano dalla Casa Bianca.
Venerdì Gabbard aveva annunciato che avrebbe deferito al Dipartimento di Giustizia alcuni funzionari dell’amministrazione Obama, tra cui l’ex direttore dell’FBI James Comey e il suo predecessore James Clapper , per essere processati con l’accusa di aver “fabbricato” informazioni di intelligence per corroborare l’idea che la Russia si fosse intromessa nelle elezioni presidenziali del 2016 per aiutare Trump a battere Hillary Clinton.
Il presidente ha pubblicato 17 post sulle affermazioni di Gabbard nel corso del fine settimana, attirandosi accuse secondo cui avrebbe tentato di distogliere l’attenzione nazionale dalla sua passata relazione con Epstein, il miliardario pedofilo e trafficante di sesso morto in carcere nell’agosto 2019.
L’amministrazione Trump ha suscitato scalpore due settimane fa quando ha annunciato che non esisteva alcuna “lista clienti” di Epstein e che il finanziere si era suicidato in un penitenziario di New York, un verdetto che ha fatto infuriare i sostenitori del presidente, che chiedevano giustizia per le vittime di Epstein e punizione per i suoi complici.