“Il viaggio di Imamoglu verso la presidenza inizia oggi”: con questo grido di battaglia, stamane, l’opposizione turca al governo del presidente Recep Tayyip Erdogan lancia una sfida al capo di Stato di Ankara dal palco della nuova, oceanica manifestazione di protesta contro l’arresto dell’ormai ex sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu.
Dopo una settimana di proteste andate in scena dinanzi il municipio e in altre pizze della metropoli sul Bosforo e in altre città turche, come Ankara e Smirne, il segretario del partito repubblicano Chp, Özgür Özel, ha dato appuntamento ai manifestanti nel quartiere di Maltepe, sulla sponda asiatica della città. “Chiamata alle armi” cui la gente ha risposto in massa, nonostante Istanbul si sia in parte svuotata per la festa di Eid al-Fitr che segna la fine del Ramadan.
I sostenitori del deposto primo cittadino hanno affollato metropolitane, traghetti, autobus, creando coloriti caroselli caratterizzati dalle immancabili bandiere turche e dagli, altrettanto immancabili, slogan contro il presidente Erdogan. Nonostante la consueta guerra di numeri, sono sicuramente alcune centinaia di migliaia le persone che si sono radunate a Maltepe per chiedere la liberazione di Imamoglu e degli altri arrestati, ma anche elezioni anticipate.
Un’ovazione è scattata quando è salita sul palco la moglie di Imamoglu, Dilek. “È assurdo pensare di condannare Ekrem. La lotta per la democrazia deve continuare, ora più che mai” ha detto, infiammando la piazza. Dilek era accompagnata dai figli, il fratello e i genitori del sindaco. E anche l’anziana madre di Imamoglu ha preso la parola: “Sarà tutto bellissimo” ha detto la donna, rilanciando lo slogan di Imamoglu tra applausi scroscianti, “perché mio figlio ha solo servito voi e servito il Paese”.
Il leader del partito Ozel, ricordando le centinaia di migliaia di partecipanti alla manifestazione, è anche tornato sulle primarie di domenica scorsa, in cui Imamoglu ha ottenuto 14,5 milioni di voti: “È il nostro candidato per le presidenziali” ha scandito il segretario di Chp.
Il cambio della Costituzione, la questione curda, lo scioglimento del Pkk e gli accordi tra partiti per consentire a Erdogan di ricandidarsi
Un’investitura ufficiale, quella di Imamoglu ad anti Erdogan, dopo che il popolo dell’opposizione lo ha scelto per la sfida al “Sultano” alla sfida cruciale del 2028. Sfida per cui, tra l’altro, il presidente ha bisogno di cambiare la Costituzione, per ricandidarsi ancora; obiettivo che potrebbe centrare facendo un accordo con il partito di destra nazionalista Mhp, guidato da Devlet Bahceli, 77 anni, che ha spinto per lo scioglimento del Pkk e per la fine della decennale lotta armata.
Bahceli, tra l’altro, in ottobre aveva chiesto al capo del Pkk, Abdullah Öcalan, di sciogliere il suo gruppo in cambio di concessioni sul suo regime di isolamento carcerario. Senza l’apertura a sorpresa del leader del Mhp, infatti, il processo di distensione non si sarebbe mai avviato. Bahceli ha trascorso la propria intera carriera politica cavalcando una linea oltranzista nei confronti dei curdi e dal 2015 è un alleato essenziale del capo di Stato Erdogan. Per questo, infatti, in cambio di questo riassestamento delle rivendicazioni dei curdi turchi, il Mhp potrebbe dare i suoi voti in Parlamento per cambiare gli articoli della Costituzione di Ankara che permetterebbero a Erdogan di correre ancora come capo incontrastato del Paese.
“Il vento è cambiato, il tempo di Erdogan è finito” hanno intanto urlato i manifestanti dalla piazza.