Unicredit “non è in grado di prendere alcuna decisione definitiva sulla strada da seguire in merito all’offerta” pubblica di scambio su Banco Bpm a seguito del via libera condizionato del governo che ha esercitato la ‘golden power’. Lo si legge in una nota in cui il gruppo sottolinea che “al di là del diritto previsto in generale di chiedere all’autorità di riconsiderare la decisione emessa, il decreto contempla espressamente la possibilità per Unicredit di riferire immediatamente all’autorità se non le fosse possibile attuare -in tutto o in parte – le prescrizioni”. “UniCredit – si legge ancora – ha quindi prontamente risposto all’autorità esprimendo il proprio punto di vista sul decreto e resta in attesa di un riscontro”.
Le prescrizioni imposte da Palazzo Chigi a Unicredit in merito all’Ops su Banco Bpm “potrebbero danneggiare la sua piena libertà e capacità di adottare decisioni conformi ai principi di sana e prudente gestione infuturo”. Lo afferma la banca secondo la quale le prescrizioni del governo potrebbero “persino portare a risultati non voluti, ad esempio l’imposizione di sanzioni a Unicredit a causa della presunta mancata osservanza di una qualsiasi delle prescrizioni”. “L’uso dei poteri speciali in un’operazione domestica tra due banche italiane non è comune – sottolinea Unicredit – e non è chiaro perché sia stato invocato in relazione a questa specifica operazione, ma non per le altre operazioni simili attualmente in corso sul mercato italiano”.
Unicredit, che ha ricevuto il decreto relativo alla golden power lo scorso venerdì 18 aprile, ne sottolinea i vincoli sulle modalità di gestione delle future attività creditizie e della liquidità dell’entità combinata, sul diritto di cedere partecipazioni e di gestire in modo appropriato gli asset in gestione di Anima e sulle attività di UniCredit in Russia. “UniCredit – spiega il gruppo – ha la chiara intenzione di mantenere o incrementare l’esposizione dell’entità combinata alle Pmi e di supportarle ulteriormente con le proprie fabbriche prodotto di eccellenza”. Inoltre prevede di “continuare a gestire gli asset in gestione dei suoi clienti nel loro migliore interesse e si impegna a continuare a ridurre la propria presenza in Russia, già diminuita del 90% circa negli ultimi 3anni, in linea con la decisione della Bce”.
“L’uso dei poteri speciali in un’operazione domestica tra due banche italiane non è comune – sottolinea Unicredit – e non è chiaro perché sia stato invocato in relazione a questa specifica operazione, ma non per le altre operazioni simili attualmente in corso sul mercato italiano”. “Inoltre – prosegue la banca – le prescrizioni si prestano a diverse interpretazioni e appaiono non completamente allineate con la legislazione italiana e comunitaria, oltre che con le decisioni delle autorità regolamentari”. Si tratta secondo Unicredit di prescrizioni che “potrebbero danneggiare la sua piena libertà e capacità di adottare decisioni conformi ai principi di sana e prudente gestione in futuro, e persino portare a risultati non voluti, ad esempio l’imposizione di sanzioni a Unicredit a causa della presunta mancata osservanza di una qualsiasi delle prescrizioni”.