Dramma durante la quarta udienza del processo a New York contro Donald Trump per il caso della pornostar Stormy Daniels. Proprio mentre veniva completata la giuria, un uomo in jeans e t-shirt grigia ha lanciato in aria dei volantini, si è cosparso con un liquido infiammabile e si è dato fuoco all’esterno del tribunale, nell’area di un parco transennata per i fan del tycoon, nonostante le ingenti forze dell’ordine presenti.
Alcuni dei volantini riguardavano l’ex presidente George W. Bush, l’ex vicepresidente Al Gore e l’avvocato David Boies, che rappresentò Gore nel riconteggio delle elezioni del 2000. I passanti hanno gridato alla vista delle fiamme e alcuni hanno tentato di estinguerle ma i reporter della Cnn hanno riferito nei loro collegamenti in diretta di aver visto bruciare l’uomo per oltre tre minuti. Lo stesso altri testimoni, rimasti sgomenti di fronte alla scena. Dopo alcuni minuti comunque decine di poliziotti sono accorsi e hanno spento le fiamme.
L’uomo è stato caricato su un’ambulanza e trasportato all’ospedale. Il Secret Service che continua a proteggere Trump lo ha informato dell’incidente.
Si chiama Max Azzarello, ha 37 anni, viene dalla Florida ed è considerato un cospirazionista, l’uomo che si è dato fuoco davanti al tribunale. Azzarello, che sul web si presentava come “ricercatore investigativo”, è apparso fuori dal tribunale mostrando un cartello che indicava l’account su Substack dove ha pubblicato una serie di suoi discorsi.
In uno di questi si legge: “Pronto a darmi fuoco all’esterno del processo Trump”. “Questo estremo atto di protesta – scrive – è per attirare l’attenzione verso una scoperta importante e urgente: siamo vittime di un truffatore totalitario e il nostro governo ci colpirà tutti con un golpe mondiale apocalittico e fascista”. “Questo – continua – può sembrare come una fantasiosa teoria cospirazionista ma non lo è”.
“Ci sono le prove del complotto”. Azzarello aggiunge che la “nostra vita è una menzogna” e rimanda a un link per scoprire la “marcia verità dell’America della post verità”. “Apprenderete le storie più stupide e spaventose nella storia del mondo, e vi renderete conto che siamo tutti in una situazione disperata d’emergenza, che richiede la vostra azione”. “Ai miei amici – conclude nel messaggio – e alla famiglia, ai testimoni e alle persone del soccorso, le mie scuse per il dolore che vi infliggo. Ma vi assicuro che è solo una goccia comparata a ciò che il nostro governo intende infliggerci. Poiché queste parole sono vere, questo è un atto di rivoluzione”.
L’uomo adesso è in un centro ustionati in condizioni critiche.
L’episodio è accaduto poco dopo che il giudice Juan Merchan annunciasse il completamento della giuria, al termine di una lunga e travagliata selezione: decine di candidati sono stati esclusi perché non ritenuti in grado di garantire imparzialità di giudizio, o si sono fatti da parte per il timore di minacce e di sovraesposizione mediatica. Tra loro anche un italo-americano che si è ritirato sostenendo di essere condizionato dalle analogie fatte dalla stampa tra Trump e Silvio Berlusconi.
Dei 12 giurati sette sono uomini, cinque donne, quasi tutti impiegati, tra cui due avvocati aziendali, un ingegnere informatico, un insegnante di inglese, un logopedista. Nominati anche i sei sostituti. Da lunedì il processo penale, il primo contro un ex presidente, entrerà nel vivo con le dichiarazioni preliminari delle parti, prima che l’accusa illustri i 34 capi di imputazione.
Tutti ruotano intorno al pagamento di 130 mila dollari alla pornostar Stormy Daniels perché non rivelasse nel 2016 un vecchio affaire con Trump (mentre Melania aspettava il figlio) compromettendo la sua corsa alla Casa Bianca. Un pagamento che sarebbe stato eseguito falsificando documenti aziendali e violando la legge elettorale. Accuse meno gravi rispetto a quelle contestate negli altri tre procedimenti penali. Ma anche Al Capone scivolò su un reato minore: l’evasione fiscale.