Il leader dell’opposizione venezuelana, Edmundo Gonzalez Urrutìa, ha incontrato ieri alla Casa Bianca il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, pochi giorni prima del contestato insediamento di Nicolas Maduro per un terzo mandato come presidente del Venezuela. Biden e Gonzalez hanno concordato che “la vittoria della campagna elettorale di Gonzalez dovrebbe essere onorata attraverso un trasferimento pacifico di nuovo al governo democratico”, secondo una nota della Casa Bianca sull’incontro. Entrambi hanno inoltre espresso serie preoccupazioni per “l’uso inaccettabile e indiscriminato della repressione da parte di Maduro e dei suoi rappresentanti contro manifestanti pacifici, attivisti per la democrazia e società civile”. “Abbiamo avuto una lunga, proficua e cordiale conversazione con il Presidente Biden e il suo team”, ha detto Gonzalez ai giornalisti, “naturalmente abbiamo ringraziato il governo degli Stati Uniti per il sostegno che ci ha dato in questa lotta per la ripresa democratica del Venezuela. È un impegno che portiamo con noi e che continueremo a seguire fino all’ultimo giorno di governo del presidente”
Il governo venezuelano in risposta ha condannato il sostegno degli Stati Uniti a González Urrutia. “È grottesco che un governo uscente, come quello di Joe Biden, impantanato nel discredito politico e segnato da un’eredità di fallimenti interni e internazionali, insista nel sostenere un progetto violento”, si legge in un comunicato del ministero degli Affari esteri di Caracas.
Domenica, la leader dell’opposizione Maria Corina Machado ha lanciato un appello generale a scendere in piazza in Venezuela e nel mondo il 9 gennaio, un giorno prima dell’insediamento presidenziale, che sia il presidente Nicolas Maduro che Gonzalez Urrutia promettono di assumere. Durante la sua visita a Washington, che fa parte di un tour per raccogliere sostegno internazionale per l’inaugurazione presidenziale, Urrutia ha anche detto che il suo team si incontra “regolarmente” con i rappresentanti di Trump, che entrerà in carica il 20 gennaio, ma non ha chiarito se vedrà il presidente eletto. L’incontro con Biden, che non era nell’agenda ufficiale del presidente, e’ durato circa 30 minuti questa mattina, prima che Biden partisse per New Orleans. Dopo l’incontro, Gonzalez Urrutia ha dichiarato che la conversazione è stata “fruttuosa” e che Biden “lo accompagna di cuore” nel suo tentativo di tornare in Venezuela per l’inaugurazione. In un comunicato diffuso dalla Casa Bianca dopo l’incontro, Biden ha sottolineato che “la vittoria elettorale di Gonzalez Urrutia deve essere rispettata attraverso una transizione pacifica verso un governo democratico”.
Proteste contro la rielezione di Maduro (Ap)
L’esercito si schiera con Maduro
L’esercito venezuelano non riconoscerà come presidente l’oppositore di Nicolas Maduro, Edmundo Gonzalez Urrutia. Domenica Urrutia si era rivolto all’esercito, pilastro fondamentale del potere in Venezuela, chiedendogli di riconoscerlo come presidente. Urrutia “si rivolge senza vergogna e con insolenza alle Forze Armate Nazionali Bolivariane. Respingiamo categoricamente e con assoluta veemenza questo atto buffonesco”, ha risposto il generale Vladimir Padrino, ministro della Difesa, giurando “fedeltà, obbedienza e solenne subordinazione” al presidente Maduro. Cresce intanto la tensione in vista della cerimonia di giuramento del presidente chavista al potere dal 2013 nel Paese sudamericano, in programma per venerdì. Le forze di sicurezza sono dispiegate in massa nelle strade di Caracas e l’opposizione incita a manifestazioni giovedì 9, alla vigilia dell’evento. Lo stesso Urrutia, reduce da un tour internazionale che lo ha portato ieri a Washington, dove ha incontrato Joe Biden e Mike Waltz, il futuro consigliere per la sicurezza di Donald Trump, rivendica la vittoria e afferma di voler tornare in Venezuela dal suo esilio spagnolo. “Se mette piede in Venezuela, sarà arrestato e processato”, ha avvertito in una conferenza stampa il ministro degli Interni Diosdado Cabello, considerato l’uomo più potente del paese dopo Maduro.
A sinistra il candidato delle opposizioni, Edmondo Gonzales Urrutia, a destra Nicolas Maduro (@web)
Maduro attacca anche il governo argentino
Maduro, che dovrebbe insediarsi il 10 gennaio, ha sparato a zero contro il governo argentino accusandolo, senza fornire prove, di essere “coinvolto in piani violenti per attaccare la pace del Venezuela”, riferendosi ad un presunto tentativo di assassinare la vicepresidente Delcy Rodríguez. Durante un incontro con ministri e alti funzionari militari e di polizia, trasmesso dalla televisione statale, il leader chavista ha parlato di quello che ha descritto come un gruppo di 125 “mercenari” detenuti con l’accusa di aver compiuto azioni violente nel Paese. Secondo Maduro, tra le persone coinvolte in questo presunto piano, di cui non ha fornito ulteriori dettagli, c’è il gendarme argentino Nahuel Gallo, arrestato mentre cercava di entrare in Venezuela lo scorso dicembre quando, secondo la sua famiglia, era in vacanza in Venezuela per visitare la compagna e il figlio. Il ministro della Sicurezza argentino, Patricia Bullrich, ha criticato le accuse di Maduro contro Gallo. “L’Argentina non tollererà più questo oltraggio”, ha scritto Bullrich sul suo account ufficiale X.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro (afp)