La Polizia di Torino ha eseguito 18 misure cautelari in tutta Italia nei confronti di anarco-insurrezionalisti che parteciparono alla manifestazione nazionale del 4 marzo 2023 in solidarietà ad Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41 bis. Denunciati 75 militanti anarco-antagonisti.
Le misure vanno da arresti domiciliari, obbligo o divieto di dimora e obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Le accuse: devastazione, violenza e lesioni aggravate a Pubblico Ufficiale.
Le indagini della Digos riguardano cosa accadde quando circa mille attivisti organizzarono un corteo, non autorizzato e quando alcune persone a volto coperto danneggiarono bancomat, vetrine, monumenti, auto, lanciarono bombe carta e corpi contundenti contro gli agenti. I danni ammontano a 630mila euro.
Quella mattina sapendo dell’arrivo a Torino di molti manifestanti da molte città come Roma, Milano, Livorno, Alessandria e Cuneo e dall’estero, erano stati organizzati controlli della Digos, dei Reparti Mobili, della Polaria, della Polizia Stradale, di Frontiera e Ferroviaria.
Furono portati in questura 37 persone: 28 vennero denunciati per porto abusivo di oggetti atti ad offendere e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Alfredo Cospito è un militante anarchico insurrezionalista, che nel 2014 è stato condannato a 9 anni e 5 mesi di reclusione per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente della Ansando Nucleare. Successivamente è stato condannato a 23 anni di reclusione per un attentato con ordigni esplosivi nel 2006 contro la scuola allievi Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo in Piemonte. Nel 2022 6 mesi ha compiuto uno sciopero della fame contro il regime del 41-bis.